AG.RF.(MP).13.02.2014.(ore 5.19)
“riverflash” – Letta e Renzi si sono incontrati per discutere delle sorti del governo ma quello che avrebbe dovuto essere un incontro chiarificatore, ha complicato ancora di più le cose; motivo? Il premier vuole rimanere “attaccato” al suo posto e nonostante le pressioni, non vuole mollare, ribadendo la sua posizione che è quella di “rilanciare” l’esecutivo con un nuovo progetto, così come annunciato più volte nei giorni scorsi. In attesa della direzione del Pd che si svolgerà questa mattina, il presidente del Consiglio ha fatto dunque chiaramente intendere di voler andare avanti ed ha anche presentato un nuovo patto di coalizione, chiamato “Impegno Italia 2014”. In ogni caso, la frase ripetuta più volte nella giornata di ieri è stata: “chi vuole il mio posto lo dica”, per far capire di essere sereno in merito al suo futuro ma di voler chiarezza per sé e per i cittadini ed ha dichiarato, qualora qualcuno avesse dei dubbi, di non essere affatto intenzionato a dare le dimissioni: “chi non mi vuole mi sfiduci pure; le dimissioni non si danno per dicerie e manovre di palazzo, ognuno deve pronunciarsi e dire cosa vuole, specie chi vuole il mio posto”. E in merito ad un eventuale rimpasto: “gli unici governi possibili, nascono nel Parlamento, il mio è nato qui ed io sto cercando un modo per uscire dalla crisi che va affrontata nel modo giusto e con molta attenzione, per non far peggiorare ancora la situazione. Inoltre Letta ha respinto anche la “colpa” di aver perso tempo e a chi gli chiedeva di aver fatto slittare il documento, ha risposto di aver agito nel rispetto delle regole visto che il Pd aveva chiesto di votare prima della legge elettorale “ed io mi sono comportato in questo modo perché sono un uomo del Pd”. Inoltre egli ha ribadito gli obiettivi principali di Impegno Italia, pur non stabilendo una data precisa; “crescita e disoccupazione sono le due priorità, ma all’interno del progetto ci sono 6 punti che modificano le regole ad iniziare da alcuni concetti amministrativi che vanno cambiati perché rappresentano un ostacolo all’approvazione delle misure economiche”. Letta ha anche parlato dell’importanza della riforma della scuola che “deve iniziare prima (a 5 anni) e finire prima (18)”. E infine, in risposta alle critiche piovute da più parti: “sono orgoglioso di ciò che ho fatto in 10 mesi di governo anche se ammetto che le condizioni non ci hanno fatto fare ciò che ci eravamo prefissati, ma rimane saldo il concetto che occorre proporre un nuovo concetto dell’Italia: un Paese che deve assolutamente ripartire, con un significativo cambio di marcia”.
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