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L’ESPERIENZA DELLA VITA

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AG.R.(Claudio Peretti).13.02.2018

“riverflash” – Da un po’ di tempo a questa parte mi sto guardando intorno con grande meraviglia: cosa vedo? Vedo che almeno i due terzi delle persone che incontro quando passeggio per strada sono impegnate a parlare al telefono, a guardare le schermo dello smart-phone  per rispondere a messaggi, per informarsi del bar e del bancomat più vicino, semplicemente per consultare le mappe o il conto in banca. Per carità, non sono mai stato un patito dell’antico, del vintage, anzi, sono sempre stato un entusiasta assertore della modernità e della tecnologia, ma ora mi pare che smart-phone, tablet, PC e TV ci hanno completamente plagiato. Non riusciamo più a stare felicemente in compagnia: quanto spesso vedo persone al bar o al ristorante, seduti allo stesso tavolo, ognuno impegnato a chattare o a consultare il proprio smart-phone, senza più dialogo, senza più discussioni o risate. Se si deve ridere insieme si consulta l’ultimo messaggio buffo arrivato su whatsapp… E poi c’è il clou, la ciliegina sulla torta: i videogiochi che occupan a tempo pieno il cervello, i sentimenti, le emozioni dei bambini. Che succede? Succede che i genitori, per stare in pace a chattare coi loro amici o a guardare la TV, mettano in mano dei figli, anche a quelli che vanno ancora all’asilo, un tablet o un cellulare ed i bambini passano ore isolati a giocare con questi giochi, per lo più violenti, in cui, per vincere, si devono quasi sempre uccidere gli avversari. Perché parlo di questo? Perché ho intitolato questo articolo : L’esperienza della vita? Perché la nostra esperienza deriva dalla nostra memoria, la memoria delle cose che abbiamo fatto, sia per studio, che per lavoro, che per divertimento. Ogni nostra azione ha lasciato una traccia indelebile nella nostra coscienza, sia nella parte conscia che in quella inconscia del nostro cervello, e cosa succede se i nostri figli e nipoti passano ore a giocare con questo giochini? Succede che diventano parte dell’esperienza della loro vita e, per via di questa esperienza “virtuale” faranno pensieri sbagliati, che li porteranno a fare cose sbagliate e quindi a vivere una vita sbagliata! E noi accettiamo tutto questo come una cosa ineluttabile, come una cosa che, siccome la fanno tutti, si può, anzi, si deve fare! Ma non ci accorgiamo che questi bambini ormai sono completamente dipendenti dai videogiochi? Come si fa a capire se c’è dipendenza? Si toglie ile cellulare o il tablet e si vede se riescono a fare altro, a fare altri giochi, magari in compagnia di altri bimbi. Quasi mai ci riescono, si lamentano, vanno in crisi, diventano nervosi, irascibili, come vanno in crisi di astinenza i drogati a cui si toglie la droga. E noi non ci accorgiamo di questo sistema di “distrazione di massa”, forse bisognerebbe dire “distruzione di massa”, perché distruggere le menti, i caratteri, modificare le esperienze di vita, é la stessa cosa che distruggere fisicamente gli individui. Che fare? Si può uscire da questo vicolo cieco? Certo la prima cosa da fare è rendersene conto, per poi modificare i propri atteggiamenti: lasciamo a casa il cellulare qualche volta, usciamo in bici o andiamo in un bosco o a pesca coi nostri figli, godiamoci la vita vera, non quella virtuale!

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