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LEGGI E REGOLE: CHI LE FA E CHI LE SUBISCE

AG.RF.(Claudio Peretti).20.02.2020

“riverflash” -Ma certo, ci sono le leggi: la nostra società civile vive di leggi e di regole, ne ha bisogno, ma quanto bisogno?

Nel suo monumentale studio del 1988, “Il collasso delle società complesse,” Joseph Tainter sostiene che le civiltà umane tendono a crollare per eccesso di complessità, schiacciate dal peso delle strutture amministrative che esse stesse creano. In altre parole, muoiono di burocrazia.

Ogni volta che sorge un problema il governo, per risolverlo o per evitare che si ricrei, genera una nuova legge, che si somma a tutte le altre (spesso capita anche la nuova legge vada in contrasto con qualcun’altra precedente). Per osservanza a questa nuova legge, si creano nuove strutture burocratiche e di controllo, le spese statali aumentano, distolgono energie economiche al paese che, a un certo punto, non riesce a sostenerle, da notare che le nuove spese nascono per operazioni improduttive, che non generano ricchezza. Questa è la teoria dei rendimenti decrescenti di Tainter: in pratica le entrate uno stato, una nazione, via via calano mentre aumentano le spese.

Un esempio di questo “ciclo vizioso” è quello nato dopo l’11 settembre 2001: dopo l’attentato terroristico si sono moltiplicate le spese per la sicurezza negli aeroporti, per il maggiore controllo dei passeggeri e delle merci. Negli USA la NSA (National Security Agency) e la CIA (Central Intelligence Agency) hanno addirittura raddoppiato il .budget dopo quella data.

Per cui, quando si grida allo scandalo per il fatto che nostro parlamento lavora poco e fa poche leggi, forse si dovrebbe pensare anche a questo fatto, in fondo, con troppe leggi, ci si ingessa da soli, si complica la burocrazia e poi si muore.

Questo dice Francesco Delzio su “Avvenire” del 18 marzo 2017: “ In virtù del dominio della cultura giuridica, nel nostro Paese esistono troppe leggi. Ma – paradossalmente – è un’affermazione non dimostrabile: oggi non c’è istituzione in Italia in grado di affermare con certezza quante siano le leggi vigenti. La stima più accreditata è quella di “Normativa”: sarebbero 75mila a livello nazionale. Record assoluto in Europa, a fronte delle 7.000 leggi in vigore in Francia e delle 5.500 in Germania. Se poi aggiungessimo allo straziante computo le leggi regionali, si arriverebbe a quota 150mila. Ma si tratta sempre di stime. Probabilmente, sbagliate per difetto.”

Quindi, a fronte dell’analisi sul collasso delle società complesse di Tainter ed in base al numero di leggi attive in Italia, è chiaro che il primo stato che arriverà al collasso in Europa saremo proprio noi. Infatti, se si analizzano i discorsi dei nostri politici e governanti, ci si accorge di queste due cose tragiche:

  1. Nessun politico si rende conto di questa triste realtà: tutti parlano della troppa burocrazia in Italia, ma nessuno fa una proposta seria di rianalisi e riduzione delle leggi.

  2. Supponendo infatti che le leggi siano, per difetto 75.000, per arrivare alle 5500 della Germania, cancellando una legge inutile al giorno e supponendo un calendario dei lavori del parlamento di 220 giorni all’anno, ci vorrebbero quasi 316 anni (fatevi pure il conto).

Per cui guardatevi dai politici che si lamentano della troppa burocrazia ma non sanno neppure da dove iniziare e non fano nessuna proposta seria per toglierci questo fardello di dosso!

Nonostante questa assurdo numero di leggi in vigore, quei matti continuano a farne: a pensarci bene, perché le promulgano? Ma sempre e solo per motivi demagogici: loro devono farci vedere che si preoccupano per noi e quindi, giù nuove leggi che continuano a sommarsi in maniera caotica alle altre ancora in vigore!

Cosa succede quando si fa una legge o si scrive una regola nuova? Succede che la legge o la regola si fanno per risolvere certi problemi momentanei di quella situazione e quel periodo storico: ma poi le condizioni cambiano, la storia cambia, l’assetto politico, economico e sociale cambia, per cui, quella legge, ad un certo punto, invece di risolvere il problema, ne crea di molto maggiori. Ma a volte, in base a quella legge si sono creati uffici, si sono assunte delle persone: come si fa a mandarle a casa? Pensate anche alle leggi passate sulle pensioni, sulla cassa integrazione e così via. La società cambia, ma in peggio, la parte produttiva dello stato non riesce più a pagare tutte le tasse richieste per mantenere in piedi uno stato sprecone, inutile ed inefficiente. Le ditte chiudono, le attività che producono ricchezza falliscono o scappano all’estero: ecco dove stiamo andando!

Joseph Tainter ha ragione: le società, più si danno regole, più diventano complesse e prima collassano.

È successo a tanti imperi, a tante civiltà, all’Impero Romano: fra un po’ toccherà anche all’Italia ed all’Europa. Andando avanti con questi politici completamente privi di visione del futuro e dei problemi reali, non c’è via di scampo!

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