24 Gen 2013
Le spese veterinarie per cani e gatti finiscono sul redditometro
(riverflash) – Il redditometro fa male anche agli animali, visto che tiene conto delle spese veterinarie oltre a inserire tra i beni extralusso possedere un cavallo. Per cani, alle prese con leihsmaniosi e filariosi, e i gatti, alle prese con infezioni FIV e FeLV, un provvedimento economico che mette a rischio la loro salute, perché se il padrone paga il veterinario vuol dire che è benestante, quindi da colpire con tasse e gabelle. Del resto imporre tasse è l’hobby preferito di Mario Monti, lo sciacallo che mette le mani in tasca alla povera gente e mantiene i privilegi della Casta politica. Oltre a spendere i risparmi degli italiani per salvare Banche, come il Montepaschi Siena a rischio di fallimento per avere effettuato operazioni sciagurate.
Adesso i circa 8 milioni di cani, i 9 milioni di gatti e i 12 milioni di animali esotici che risiedono in Italia rischiano di non avere più garantito un diritto che sembrava ormai acquisito in Italia: la salute. Ci sono voluti anni di lavoro da parte della categoria dei medici veterinari e anche delle associazioni animaliste perché transitasse il concetto che chi decide di prendere con se un animale ne deve garantire il buono stato di salute. Per la dignità dell’animale.
In fase di austerity tenere animali è considerato un lusso per ricchi, senza pensare che esistono persone che lo fanno solo per buon cuore, sensibilizzati dalle sofferenze dei loro compagni pelosi a 4 zampe. Lo fanno, tali persone, sacrificando il loro tempo e donando amore a chi è in difficoltà. Spesso per gli anziani il cane o il gatto sono l’unica compagnia e chi toglie i quadrupedi dalle strade andrebbe premiato non colpito con nuove spese. Spese che serviranno a pagare liquidazioni e vitalizi a politici che hanno scelto la pensione, oppure a salvare Banche che hanno in pancia titoli tossici.
AG.RF 24.01.2012