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LE INCONGRUENZE DEL GOVERNO LETTA

FT AG RF 13.12.2013

ROMA (RIVER FLASH)- Enrico Letta ha appena incassato la sua terza fiducia in Parlamento eppure, guardando la sua azione di governo, restano grossi punti interrogativi. Promesse e buoni propositi sparsi nei suoi discorsi pubblici, infatti, sono ben lontani dall’essere realizzati.

Ecco qualche esempio:

– Riforme costituzionali: Lo scopo di questa proposta era cambiare una gran parte della Carta Costituzionale grazie ad una procedura semplificata (modifica a tempo dell’articolo 138): semplicemente dopo la scissione del Pdl Letta non ha più i numeri per farlo senza incappare nel referendum confermativo.

– Soldi ai partiti: La legge che cancella in tre anni il finanziamento pubblico ai partiti è stata approvata alla Camera il 16 ottobre. Da allora è ferma in Senato. L’esame inizierà in commissione mercoledì prossimo e la presidente Finocchiaro ha escluso un’approvazione nel 2013.

– Taglio delle Province:  A luglio il Consiglio dei ministri aveva approvato due ddl: uno, attualmente in discussione nell’aula della Camera, svuota le province dei loro poteri in attesa della loro abolizione, affidata ad un secondo ddl, stavolta di natura costituzionale. I tempi, per entrambi, sono biblici: il rischio è che il contenzioso vada di nuovo a favore delle province che hanno già vinto alla Consulta contro il decreto Monti.

– Aumento dell’Iva: L’aliquota al 21 per cento è salita al 22 all’inizio di ottobre.

– Imu:  Effettivamente l’Imu verrà sostituita dall’Imposta unica comunale (Iuc): il gettito, però, potrebbe essere addirittura superiore di circa tre miliardi alla vecchia imposta. Anche sulla cancellazione dell’Imu 2013, peraltro, non solo c’è il rischio del pagamento di un conguaglio a gennaio (la cosiddetta mini-Imu), ma nel 2014 è assai probabile pure una stangata sulle accise (benzina, tabacchi) visto che le coperture individuate non stanno funzionando (condono per le slot machine, extragettito Iva).

– Conti pubblici: La Commissione europea, con una lettera ufficiale del 15 novembre, s’è dichiarata insoddisfatta della gestione dei conti pubblici di Letta e ha contestato la mancata riduzione del rapporto debito/Pil (che infatti lo stesso governo prevede in crescita l’anno prossimo). Quanto alla deroga per gli investimenti, dai 15 miliardi iniziali si è passati a tre. Per ora, infine, nel 2014 anche la pressione fiscale è stimata, sempre dall’esecutivo, in leggera crescita.

– Cuneo fiscale: Alla fine l’intervento sul 2014 vale qualcosa più di duecento euro l’anno di sgravi in busta paga per i lavoratori dipendenti fino a 35mila euro di reddito, neanche venti euro al mese per una platea ristretta. Lo sconto è peraltro assai mitigato da una sforbiciata alle detrazioni fiscali per mezzo miliardo.

lettaEsodati e precari: Dopo i novemila “salvaguardati” in estate, è atteso un provvedimento per altri ventimila (si arriverebbe così a 160mila tutelati su una platea di 390mila soggetti). Quanto agli statali precari, la legge di Letta avvia la stabilizzazione per diecimila lavoratori mandandone a casa altri 190mila circa.

 

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