Di Maria Michela D’Alessandro (AG.RF. 01.02.2016) (river flash) – Nato a Mosca nel 1966, Pavel Pepperstein è uno degli artisti più influenti nella nuova generazione russa. I suoi lavori sono infatti esposti in collezioni del calibro di quella del Centre Pompidou di Parigi, del Museo di Arte Contemporanea di Mosca, la Deutsche Bank Collection di Berlino, solo per citarne alcune e, fino al 28 febbraio, saranno anche al Russian Academy of Fine Arts Museum di San Pietroburgo.
“Hunters for marble heads”, letteralmente cacciatori di teste marmoree, è il nome della nuova esposizione in mostra al piano terra dell’immensa struttura che si affaccia sul fiume Neva e che raccoglie i disegni di Pavel Pepperstein, insolitamente collocati tra le innumerevoli sculture del museo.
Tra le statue di Zeus, Afrodite, la Nike di Samotracia e Imperatori romani, l’artista che ha rappresentato la Federazione Russa durante la 53esima Biennale di Venezia, è riuscito a rappresentare, nero su bianco, alcuni problemi della società contemporanea. I disegni mostrano teste di marmo di personaggi come Lenin, Freud, Gesù e personaggi che li troveranno tra oltre cinquanta anni e per questo definiti dallo stesso artista come archeologia del futuro.
Come Pepperstein è riuscito a raccontare diverse storie su un semplice foglio bianco? In ognuna di esse c’è una critica divertente della società moderna.
La mostra è realizzata nell’ambito del progetto museale Dialogo, finalizzato all’integrazione delle opere di avanguardia del periodo sovietico e post-sovietico.
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