AG.RF.(redazione).23.02.2017
“riverflash” – C’era particolare attenzione sul dichiarato annuncio della Nasa: è stato scoperto un sistema solare con 7 esopianeti, simili alla Terra, che orbitano intorno ad una stella chiamata Trappist-1. Sei di questi, si trovano in una zona temperata in cui la temperatura è compresa fra zero e 100 gradi. Si tratterebbe (il condizionale è d’obbligo), di un gruppo di pianeti situati in una zona “abitabile” della nostra galassia, con delle potenziali condizioni per lo sviluppo della vita. La ricerca pubblicata su Nature, è stata coordinata dall’ università belga di Liegi. I sette pianeti, hanno dunque dimensioni simili alla Terra e potenzialmente potrebbero ospitare la vita. La scoperta dà la possibilità agli scienziati di studiare la presenza di vita all’esterno del sistema solare. Dei sette pianeti, tre si troverebbero nella zona in cui più probabilmente può esistere la vita e potrebbero avere sulla loro superficie acqua allo stato liquido. E’ la prima volta che vengono osservati così tanti e siffatti pianeti, intorno alla stessa stella e il passo fondamentale fatto dal team internazionale che sta studiando i pianeti, è quello di avere la possibilità di capire se c’è vita su di essi: “”Siamo in possesso di un potente spettrografo che ci consentirà di rilevare eventuali molecole di acqua, ossigeno e dunque eventuali forme di vita”. I sette pianeti sono molto vicini tra di loro e ruotano attorno ad una stella 10 volte più piccola del sole. Trappist-1 ha una massa pari ad un decimo rispetto a quella del Sole e la sua luminosità è migliaia di volte inferiore. In ordine di distanza da Trappist-1, il loro moto di rivoluzione dura da un giorno e mezzo a circa 13 giorni. L’orbita del pianeta più distante non è ancora nota. I ricercatori hanno accertato che tre dei sette pianeti scoperti si trovano nella zona abitabile, cioè ad una distanza ottimale dalla stella per consentire la presenza di acqua allo stato liquido, come accade per la Terra e il Sole. “Dire che si trovano nella zona abitabile significa che potrebbero ospitare oceani… e potenzialmente la vita”. Le prossime tappe saranno quelle legate all’utilizzo del nuovo telescopio spaziale “James Webb” che la Nasa lancerà nel 2018. “Allora – hanno precisato i ricercatori – potremo valutare esattamente le proprietà dell’atmosfera del pianeta e magari trovare anche dei biomarcatori, ovvero delle molecole come quelle dell’acqua, dell’ozono, dell’anidride carbonica, del metano che potranno indicarci se ci sia la vita su quei pianeti”.
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