LA SPIAGGIA DEI CANI VANDALIZZATA DOPO IL SEQUESTRO RITENUTO INGIUSTO DAL TAR

di Stefano Celestri (AG.RF 21.03.2015) ore 21:50

(riverflash) –  Paolo Salonia, direttore dell’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche e portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio, ha accolto con disappunto la sentenza del TAR che ha dichiarato illegittimi i sigilli  all’area Villa Bau Village, la piscina per cani compresa tra ponte Flaminio e Ponte Milvio, sulla riva destra del Tevere. Una struttura che permetteva refrigerio ai cani e ai loro padroni per sfuggire al caldo estivo. Non ce ne sono altre a Roma e non è certo un affare gestirla, visto che quasi ogni anno il Tevere esonda e c’è bisogno di aggiustare tutto. E farlo senza contributi vuol dire mettersi le mani in tasca.Adesso, a causa dell’abbandono di Villa Bau Village imposto dalle Forze dell’Ordine, la struttura è stata vandalizzata. Materiali sottratti per costruirsi baracche altrove (tavole, lavandini, impianto elettrico ecc ecc). Quel che resta di un bar è diventato un dormitorio per senza tetto. Quando c’erano i cani che sguazzavano felici era un’area degradata, quando c’era gente per bene che sorseggiava bevande fresche era un’area degradata. Almeno dal punto di vista del Comitato Abitare Ponte Milvio. Chi ripagherà il danno di una denuncia sbagliata? Per denunciare servono i presupposti e i giudici li hanno smontati a uno a uno. Ma il danno resta ed è enorme.

Paolo Salonia, in un’intervista rilasciata a Vigna Clara Blog, sostiene: “sono consapevoli i giudici del fatto che dalla sera fino al mattino mai sono stati visti cani (intendo quelli che dovrebbero rappresentare il target di Villa Bau, i cosiddetti amici a quattro zampe) impegnati a scolare super alcoolici al suono della metal-disco-music lanciata ben al di sopra dei decibel consentiti?” Questa foto smentisce il solerte Salonia e dimostra che i cani erano i veri fruitori della struttura. Anche i cani abbandonati e ospiti dei canili, a cui la spiaggia consentiva visibilità per essere adottati. Delle varie strutture tra ponte Milvio e Tor di Quinto, Villa Bau è la meno rumorosa e ha il vantaggio di non avere nelle immediate vicinanze abitazioni.

Salonia ha obiettato che i gestori dell’area cani hanno anche un chiosco dove prendere aperitivi, con musica a volte forte. Un modo per far quadrare i conti e continuare a offrire il Village agli animali senza alzare il prezzo del biglietto, visti i disastri da riparare per le esondazioni del Tevere. Di fronte, però, c’è il dopolavoro dell’Aeronautica Militare, con strutture in muratura che hanno cambiato la riva del Tevere e dove nelle notti d’estate ci sono rumorosi fuochi pirotecnici per festeggiare con i botti che accompagnano le note del Tango, incubo di piazza cardinal Consalvi. Il Dopolavoro nessuno lo tocca, ma i cani sono stati privati della loro area. A causa delle denunce del Comitato Abitare Ponte Milvio. Dopo tentativi andati a vuoto sotto la torretta del Valadier, ma dal lato che porta a ponte Duca d’Aosta, è sorto il «CircolinO» con ristorante, bar, discoteca in un’area sovrastata da palazzi. Silenzio tombale di Paolo Salonia e del Comitato Abitare Ponte Milvio. Silenzio anche per i cocci di bottiglia che si trovano sul ponte e feriscono i polpastrelli dei cani. Non ci sono vigili disponibili a controllare cosa succeda di notte, ma si trovano i vigili per chiudere una struttura legale. Di giorno, sotto la statua del Redentore a lato del chiosco storico, alcuni senzatetto cucinano, dormono sulle panchine, fanno i loro bisogni. Il tratto di pista ciclabile tra ponte Milvio e Ponte Duca d’Aosta viene occupata due domeniche al mese dal mercato all’aperto che lascia cartacce e rifiuti, che si infilano nel canneto che bordeggia il Tevere.

Eppure il Comitato rappresentato da Salonia non se ne preoccupa, è ossessionato solo dalla presenza di Villa Bau e afferma minaccioso: “Noi aspettiamo, aspettiamo di assistere al nuovo spettacolo di degrado camuffato, alla ulteriore penalizzazione di questa area, al continuo disagio dei cittadini e avanti così, felici e in attesa del rush finale con la scusa del Giubileo.” Sopra il ponte c’è corso Francia, sovrastato da «La Villa», i cui clienti creano ingorghi, parcheggiano dove vogliono, chiudono strade che portano a una struttura sanitaria, la clinica Paideia. Qualcuno può avere bisogno di un intervento urgente, ma un’auto mal parcheggiata potrebbe impedire il passaggio dell’ambulanza. Nel tratto del lungotevere che va verso Tor di Quinto, costeggiando con la tangenziale est, sorge ogni estate «Mondo Fitness», aperto fino a notte fonda, che accompagna con tamburi e percussioni le notti di chi vive sulla collina Fleming. Nessuno ha mai messo sigilli a «Mondo Fitness» o a «La Villa». Questione d’impatto ambientale. Allora il cemento sulla riva sinistra, dove sorge il Dopolavoro del Ministero dell’Aereonautica, non altera gli equilibri di fauna e flora? Prima che nascesse il Village Villa Bau, su quella riva del fiume c’era una baraccopoli senza servizi igienici, abitata da centinaia di persone. Prima dell’arrivo degli extracomunitari, ai tempi della freak generation degli anni 70 e 80, quel canneto serviva ai tossicodipendenti per nascondersi e iniettarsi eroina. La presenza di Villa Bau Village ha riqualificato l’area, mettendola in sicurezza dalla malavita disperata, ma questo non piace al Comitato Abitare Ponte Milvio.

LA SPIAGGIA DEI CANI VANDALIZZATA DOPO IL SEQUESTRO RITENUTO INGIUSTO DAL TAR