27 Mag 2015
LA SICILIA, I FLORIO E LO STILE LIBERTY A PALERMO
di Sabrina Sciabica (AG. RF. 27.05.2015)
(riverflash) – Peculiarità dell’Art Nouveau è, prima di tutto, la linea fluida, sinuosa, che rappresenta il movimento. E ancora la sensualità, la gentilezza del tratto, l’eleganza. Tali qualità si ammirano sia nei soggetti femminili sia nella natura, florida e splendente, fonte di ispirazione per l’artista. Motivi floreali, ondulati viticci, leggiadri uccelli variopinti ed energici cavalli in corsa si susseguono nel Liberty che diventa la filosofia della nuova classe dominante, la borghesia.
Tutto ciò rispecchia il periodo storico denominato Belle Époque proprio per il senso di ottimismo e fiducia verso il progresso, contro ogni conservatorismo. In particolare in Italia, a seguito dell’Unificazione, si cercava un linguaggio artistico nazionale per esprimere la speranza di futuro migliore, più libero e meno povero materialmente.
In pittura l’essere umano è soggetto privilegiato e temi diffusi sono l’edonismo, l’estetismo, la perfezione ossessiva dei corpi. Ne sono testimonianza le fascinose figurazioni di Giovanni Boldini, ritrattista più richiesto dell’epoca, tra cui spicca quello di donna Franca, emblema della classe, del gusto, della bellezza siciliana. Franca, punto di riferimento nei salotti mondani europei, era la moglie di Ignazio Florio, uno dei pochi potenti industriali italiani di inizio secolo. Proveniente da famiglia aristocratica siciliana, veniva chiamata la regina di Sicilia per la sua nobiltà e “stella d’Italia” dall’imperatore Gugliemo II che di frequente era ospite della famiglia Florio.
Passando all’architettura, uno degli esempi meglio conservati degli edifici Liberty, trasformato oggi in albergo di lusso, è Villa Igea. Fu chiamata così da Ignazio Florio per celebrare la figlia, Igea appunto. Egli decise ancora una volta di affidare a Basile il progetto di ristrutturazione di una palazzina esistente caratterizzata da merlature e torrette che si affacciava proprio sul mare. Tutto attorno fu creato un lussureggiante giardino in cui gli ospiti potevano passeggiare conversando e rigenerarsi fra amenità naturalistiche. In quel periodo, per il suo clima mite e il suo mare pulito, la Sicilia era considerata un luogo salutare. Nella villa lavorarono decoratori, pittori e scultori per ornare gli interni e persino l’arredamento, in parte ancora in uso, era consone alla moda del momento: il mobilio fu realizzato appositamente dagli artigiani di Vittorio Ducrot nello “stile floreale”. Oggi il Grand Hotel Villa Igea è un 5 stelle superior con 122 camere e 12 suite.