AG.RF.(redazione).08.06.2017
“riverflash” – La spesa sanitaria privata degli italiani è in aumento, 35,2 mld e così, 12,2 mln di persone nell’ultimo anno, sono state costrette a rinunciare alle cure ed hanno dovuto posticipare la data dei controlli. Ciò è quanto emerge dal Rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute sulla sanità pubblica, privata e integrativa presentato oggi a Roma al ‘Welfare Day 2017′. Un rapporto che fotografa una situazione in cui i Sistemi sanitari locali sono sempre più diversificati, e le opportunità di cura per i cittadini sempre più differenziate. Il Rapporto mette in evidenza come ci si trovi di fronte a un boom della spesa sanitaria privata, che porta a tantissime difficoltà e disuguaglianze crescenti che risucchiano milioni di persone. La spesa è aumentata del 4,2% in termini reali nel periodo 2013-2016 (un aumento maggiore della spesa totale delle famiglie per i consumi, pari a +3,4% nello stesso periodo) e sono 13 milioni gli italiani che nell’ultimo anno hanno sperimentato difficoltà economiche e una riduzione del tenore di vita per far fronte a spese sanitarie di tasca propria. Circa 7,8 milioni hanno dovuto utilizzare tutti i propri risparmi o indebitarsi con parenti, amici o con le banche, e 1,8 milioni sono entrati nell’area della povertà. Più di un italiano su quattro, non riesce dunque a far fronte alle spese necessarie per curarsi e per questo, subisce danni economici per pagare di tasca propria le spese sanitarie e chi può, con grandi sacrifici, è costretto a pagare di tasca propria, per ottenere visite e indagini diagnosticche, urgenti.Il Rapporto Censis-Rbm rileva che tra i cittadini che hanno dovuto affrontare spese sanitarie private, hanno incontrato difficoltà economiche il 74,5% delle persone a basso reddito e il 15,6% delle persone benestanti. Difficoltà per il 51,4% delle famiglie con al proprio interno una persona non autosufficiente, che hanno affrontato spese sanitarie di tasca propria. Più si invecchia, più si deve mettere mano al portafoglio per pagarsi le cure: considerando 100 la spesa sanitaria privata pro-capite degli italiani, per un anziano si arriva a 146. Ma perché tanti italiani sono costretti a ricorrere alla sanità privata? Perché le liste d’attesa per le prestazioni nel servizio pubblico, sono lunghissime e prevedono anche il pagamento di un ticket a volte anche alto. E’ questa la ragione principale per cui tanti italiani vanno nel privato e pagano a tariffa intera, e le attese rilevate dal Rapporto sono impietose: per una mammografia si attendono in media 122 giorni (60 in più rispetto al 2014) e nel Mezzogiorno si arriva a 142 giorni. Per una colonscopia si attendono in media 93 giorni (+6 giorni rispetto al 2014), ma al Centro di giorni ce ne vogliono 109. Per una risonanza magnetica ci vogliono in media 80 giorni (+6 giorni rispetto al 2014), 111 giorni al sud. Per una visita cardiologica l’attesa media è di 67 giorni (+8 giorni rispetto al 2014), 79 giorni al Centro. Per una visita ginecologica si attendono in media 47 giorni (+8 giorni rispetto al 2014), ma ne servono 72 al Centro. Per una visita ortopedica 66 giorni (+18 giorni rispetto al 2014), con un picco di 77 giorni al Sud.
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