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“LA RAGAZZA DEL MONDO” – La recensione

15_La ragazza del mondo

di Valter Chiappa

(AG.R.F. 15/11/2016)

(riverflash) Cosa sono le gabbie? Sbarre che costringono. O che proteggono. Come un sommozzatore che si immerga in un mare infestato da squali, dice in una battuta la protagonista di “La ragazza del mondo”. Di quante gabbie abbiamo bisogno, quanto ci salvano o quanto invece ci uccidono: questo è il tema portante del film di Marco Danieli. E, nel raccontare il percorso di crescita di una giovane ragazza, sceglie quelle più anguste e soffocanti: l’ossessione religiosa e l’amore.

Giulia (Sara Serraiocco) è una testimone di Geova. La famiglia fondamentalista e la comunità le costruiscono attorno un guscio che la dovrebbe tutelare dei pericoli del mondo. Le sono inibiti gli studi avanzati, come ogni forma di affermazione personale e, ovviamente, l’amore. La vita è chiusa fra doveri castranti: la scuola, un lavoro modesto, la pratica religiosa, compresa la famosa predicazione porta a porta. La gabbia ti vuole piccolo per contenerti. Ma Giulia ci sta stretta dentro, ha intelligenza, talento. Il caldo conforto del nido sicuro è una subdola tentazione, un richiamo che può diventare irresistibile. Ma Giulia no: dietro l’aspetto dimesso, il viso senza trucco, la chioma raccolta in una treccia, sotto gli abiti virginali nasconde una determinazione incrollabile e una forza sovrumana. Cerca una via di fuga prima attraverso lo studio in cui eccelle, stimolata dalla professoressa di matematica (Lucia Mascino), ma anch’essa è solo un’altra persona che le dice cosa deve fare. Finché non incontra Libero (Michele Riondino), un ragazzo difficile, ex spacciatore, che prima tenta di redimere e a cui poi si abbandona anima e, finalmente, corpo. Il suo gesto la porta all’estromissione dalla comunità e ad umiliazioni che sopporta con sofferenza e stoicismo al medesimo tempo. Ma resiste, e si butta nelle braccia di quel ragazzo irruento; lo fa con determinazione: è lei che bacia sempre per prima, sa placarne i bollori nonostante l’inesperienza, per aiutarlo imbocca senza esitazione strade pericolose. Ha pensato di trovare nella sregolatezza del suo uomo la strada verso la libertà; ma l’amore si rivela solo un’altra prigione, altrettanto angusta, altrettanto soffocante. Per crescere Giulia dovrà fare ancora un altro passo.

La descrizione crudamente realistica della comunità dei Testimoni di Geova, basata su una forte opera preliminare di documentazione, fa pensare ai più che “La ragazza del mondo” sia un film sul fanatismo religioso, con accenti di forte critica. Invece Marco Danieli non esprime alcun giudizio. Lo fa lo spettatore, assistendo a situazioni, meticolosamente descritte, che non possono non provocare ripugnanza. Ma per Danieli Geova è solo uno dei possibili despoti, così come lo è la famiglia, così come lo diventa Libero. “La ragazza del mondo” racconta piuttosto una crescita che si concretizza nella conquista della libertà, percorso faticoso e necessario per chi non vuole rinunciare alla propria identità.

“La ragazza del mondo” è un bel film che non diventa ottimo per alcuni vuoti della sceneggiatura: le dinamiche evolvono per scatti bruschi, troppo tarda e repentina la definitiva presa di coscienza di Giulia, poco lavorato il personaggio di Libero. Per contro solida è l’architettura, basata sulla precisa funzione affidata ai personaggi chiave, tappe di un cammino che è salvifico, ma doloroso come una Via Crucis.

Poderosa l’interpretazione dei due giovani protagonisti; ma se Michele Riondino è limitato da un personaggio stereotipato, Sara Serraiocco è abilissima nel lavorare con il linguaggio minimale consentito al suo personaggio e ne svela la forza con lampi che balenano repentini da uno sguardo che deve mantenersi dimesso o con impercettibili contratture della muscolatura di un volto abituato ad apparire contrito. Ottimi anche i comprimari: i genitori (Marco Leonardi e Stefania Montorsi), l’insegnante (Lucia Mascino), il capo della comunità Pippo Delbono.

Giulia si libera ed esce. Ma Marco Danieli nell’astenersi dal giudizio non indica una via preferenziale. A noi la scelta. Se chiuderci nel sicuro riparo di una gabbia o se, come Giulia, uscire verso l’aria e diventare cittadini del mondo.

Voto: 6.5

 

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