di Francesca Romana D’Andrea (AG.RF 13.11.2015) ore 14:58
(riverflash) – La sala è piena e rumorosa.
Ieri sera è andata in scena ‘Due Partite’, la commedia scritta da Cristina Comencini, ora diretta da Paola Rota con un cast composto da volti noti (Giulia Michelini, Giulia Bevilacqua, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti) al Teatro ‘Ambra Jovinelli fino al 29 novembre.
Le chiacchiere vengono interrotte dalla luce che si abbassa di colpo per accogliere le note di una musica del 1969, ricorda senz’altro le colonne sonore delle pellicole di Q. Tarantino, in questa versione, interpretata da Giusy Ferreri.
Le protagoniste si alternano camminando con passo deciso sul palco seguendo il ritmo, vestite solo da un impermeabile nero.
Le luci si accendono e siamo nel pieno degli anni 60, per la carta da parati rosa, per gli abiti, per le acconciature.
In un salotto borghese, quattro donne che allo stesso tempo sono quattro madri e quattro mogli, giocano una partita a carte come ogni giovedì pomeriggio. Nella stanza accanto le loro figlie si divertono a ritagliare figure dai giornali.
I discorsi, come anche i monologhi interiori, spaziano da un tema all’altro con rapidità e freschezza.
Le loro parole si trasformano a poco a poco in lamenti che nascono da diverse insoddisfazioni, dalla mancata occupazione fino alla vita di coppia, ai tradimenti, alle ingiustizie.
Beatrice (Giulia Michelini) giovane napoletana incinta, amante dei libri, vuole credere nell’amore senza pensare che tutti i rapporti debbano finire male per forza.
È la prima ad aver perso la madre, che si è suicidata per colpa della solitudine.
Claudia, (Paola Minaccioni) “mamma perfetta” di tre figli, scopre di essere tradita ma decide comunque di portare avanti il suo matrimonio.
Sofia, (un’irresistibile Caterina Guzzanti) che tra ironia e verità dichiara di giocare a fare l’amante con altri uomini, a quanto pare un accordo preso con suo marito, con il quale nel frattempo gestisce un matrimonio fatto di letti separati, silenzi e bugie.
Gabriella (Giulia Bevilacqua) ex pianista di talento che rinuncia alla sua carriera da musicista per i figli e la famiglia mentre repressa, aspetta a casa il marito, di ritorno dai suoi viaggi di lavoro.
La scenografia ruota, portando via con sé trent’anni di vita.
Nella sala risuona la voce di Dalida, ‘Bang Bang’.
Adesso siamo negli anni ’90.
Le piccole donne che giocavano a ritagliare i vestiti dai giornali sono oramai cresciute e si ritrovano a casa di Giulia per il funerale di sua madre Beatrice, che si è suicidata.
Somigliano alle loro madri pur conducendo un’esistenza totalmente diversa, tra carriera, matrimoni e figli da progettare.
Questa volta non è una partita di carte a far nascere i discorsi tra le quattro. La loro quotidianità è troppo caotica per concedersi un giorno della settimana.
La stessa Giulia, è tormentata dall’idea di apparire come una sorella agli occhi di Marco, il suo fidanzato.
Rossana (figlia di Sofia) è un medico affermato, sposata con Saverio (anche lui medico) i due si concedono spesso week – end nella casa al mare dove riescono a tornare una coppia con “curiose fantasie”. C’è il problema dei figli però.
Cecilia (figlia di Claudia) avvocato, ha deciso di prendersi un anno di pausa dal lavoro per provare ad avere un figlio con l’inseminazione artificiale, non è stata molto fortunata con gli uomini.
È piena di ormoni, di euforia e determinazione.
Sara (figlia di Beatrice) è riuscita a realizzare il sogno della madre diventando una pianista affermata in tutto il mondo.
Adesso è il marito Mario, ad aspettarla al suo ritorno ed è tanto dolce da provocarle ogni volta una crisi di nervi e non riesce a vederlo come il padre dei suoi figli.
Lo spettacolo è coinvolgente, semplicemente divertente, sembra
essere dalla parte delle donne e lo è.
Donne che se prima hanno dovuto rinunciare alla carriera per i figli, ora sembrerebbe il contrario ma non aspettatevi un finale prevedibile.
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..