4 Apr 2013
LA POLITICA COME IL CALCIO?
(riverflash)- Ci sono molti aspetti antropologici in comune fra la politica ed il calcio. Perché tifiamo per una squadra invece che per un’altra? Non certo per motivi razionali, anche se poi tentiamo di razionalizzare la nostra scelta. Qui la ragione c’entra come i cavoli a merenda. Scegliamo la nostra squadra per motivi culturali, famigliari, perché da bambini ci ha convinto il nostro amico del cuore e così via. Poi, crescendo, iniziamo a parlare di calcio, ad andare alle partite e la scelta si radicalizza sempre di più in noi.
Così per la politica: scegliamo il nostro partito per gli stessi motivi: perché papà è i quel partito, perché a scuola i nostri migliori amici sono dello stesso partito e così via. Anche per questo, la scelta si radicalizza sempre di più nella nostra vita e via via che cresciamo, ci convinciamo che la ragione sta solo dalla nostra parte.
Come per il calcio ci sono poi le estremizzazioni, gli ultrà sono disposti a menare le mani per la loro squadra ed i facinorosi menano le mani per il loro partito: dove sta la differenza di comportamento?
Bene, se non c’è differenza, proviamo ad andare avanti con la similitudine.
Quando gioca la nazionale, tutti, indistintamente, tifiamo per l’Italia, anche se nella nazionale giocano giocatori provenienti dalla squadra per cui di solito “gufiamo”. OK, anche per la politica ora sta giocando l’Italia, non sta più giocando la nostra squadra (il nostro partito) ma sta giocando la nazionale. Chi se ne frega se nella nazionale c’è il giocatore o il portiere contro cui di solito tifiamo. Se è lui a fare gol o una bella parata, va benissimo lo stesso: viva l’Italia!
Ora è venuto il tempo di mettere da parte i vecchi odi ed i vecchi pregiudizi politici e di partito, facciamo un bel governo di coalizione (magari capeggiato da Renzi) e vinciamo questa partita!