di Marco Travaglio (Il Fatto Quotidiano)
Oltre alle numerose controindicazioni, il terrorismo islamico ha questo di bello e di comico: trasforma plotoni di italici miscredenti, bestemmiatori, libertini, ladri, bigami, puttanieri e puttanoni in altrettante pie monache devote a Santa Romana Chiesa, alle madonne, ai beati, ai santi, al crocifisso e naturalmente al presepe. L’altro giorno il comune di Rozzano (Milano), dove un preside ha sostituito il Natale con una strana festa dell’inverno per non offendere i non cattolici, è divenuto meta di un pellegrinaggio di politici di centrodestra. Mariastella Gelmini, che sta alla scuola come Attila sta all’erba, presidiava quella rozzanese intonando Tu scendi dalle stelle. Ignazio La Russa sventolava una bandiera di Fratelli d’Italia, noto simbolo della Cristianità fin dal 33 d. C. Matteo Salvini, agghindato con paramenti verdi catarifrangenti tipo cantoniere notturno, recava un presepe in miniatura e volantinava cd del Bianco Natal. Lega e Forzitalia preannunciano forniture intensive e obbligatorie di pastori, pecorelle, remagi, bambinelli, marie, giuseppi, buoi, asini e stelle comete a tutte le scuole della Padania. Il Tg4 anticipa d’un mese il Natale esibendo un presepione grandezza naturale da far precedere alle commediole sexy di mezza sera. E gli house organ di B., dal Giornale al Foglio a Libero, fanno a gara a chi dedica più colonne di piombo alla Natività, orgoglio e vanto della Tradizione, con editoriali appassionati di padre Sallusti con cardinalessa Santanchè incorporata, di monsignor Belpietro e della papessa Ferrara, tutti bardati con tonache, sottane, rocchetti, mitre e bastoni pastorali per fare scudo col proprio corpo alla civiltà cristiana minacciata dal feroce Saladino. Anche Feltri, pur dichiarandosi ateo, fa sapere: “Guai a chi mi tocca il presepe”.
Nessuno, nemmeno gli interessati, li avrebbe mai sospettati di tanta devozione senza l’Isis e al Qaeda. Purtroppo tanto zelo, tipico dei neofiti, è piuttosto mal riposto perché il Natale, per i cristiani, è una festività secondaria rispetto alla Resurrezione, alla Pentecoste e all’Epifania. E simboleggia valori come l’eguaglianza, la povertà, la pace e la tolleranza, lievemente diversi da quelli dei nostri convertiti last minute, predicatori di guerra, intolleranza, profitto, privilegio, legge del più forte e del più ricco. Almeno B., che Dio l’abbia in gloria, si astiene dalla carnevalata natalizia. A differenza dei suoi, passati agilmente dalla difesa del bungabunga a quella del presepe. Dalle pecorine alle pecorelle.
La Gelmini che canta Tu scendi dalle stelle è la stessa che nel 2011, a Porta a Porta, giurò che alle famose “cene eleganti” di Arcore si discettava “della salvezza dell’Alitalia” (con le hostess sotto coperta), imbarazzando persino Vespa. Sallusti paragonò il Cav di Hardcore a Kennedy (dunque Marilyn Monroe a Ruby) e, già che c’era, pure a Clinton per via della Lewinsky (che però, piccoli dettagli, non era minorenne e non veniva pagata). Poi filosofeggiò: “Ma le escort ci sono dall’antica Roma! Le più fortunate e depravate riescono ad arrivare ad Arcore. Ma quella porta la varcano anche altre persone: B. ogni anno paga 30 milioni a tante persone, anche missionari”. La famosa posizione del missionario, in omaggio alla Santa Sede. Del resto c’era un che di religioso, nelle cene eleganti. La Minetti si vestiva da suora e stringeva il crocifisso in mezzo alle tette. E poi – Silvio dixit – “Carlo Rossella ha una ragazza che canta in Vaticano, molto brava”. Pare addirittura che le olgettine ballassero una speciale lap-dance in gregoriano.
Rossella, direttore di Panorama, strappò una visita pasquale del cardinal Ruini per far benedire se stesso e la redazione. Concelebranti Gianni Letta e Barbara Palombelli, chierichetto Piero Vigorelli (“da bambino servivo messa al cardinal Tisserant”), gli uffici addobbati con crocifissi, foto di papi (minuscolo), busti di San Gennaro, quadretti di angeli custodi e l’Osservatore romano in cima alla mazzetta dei giornali. Il pio Rossella precisò che, sì, in redazione ci sono molte donne, ma “io le vedo come suore: l’atteggiamento qui è un po’ conventuale”. Lo stesso stridio di unghie sugli specchi si era già avvertito al Family Day, patrocinato da Ruini per negare i diritti alle coppie di fatto: una processione di defensores Fidei così affezionati alla famiglia da averne due o tre a testa. Dai forzisti ai leghisti agli Udc (Unione divorziati cristiani): un Multifamily Day. Ora che nasce Presepe Nord, è forse il caso di ricordare con la dovuta invidia che Bossi ha avuto due mogli; Castelli una moglie in chiesa e l’altra davanti al druido; Maroni ha una moglie, ma pure un processo per aver sistemato in enti regionali un paio di amiche, con gran disdoro della storica portavoce gelosa; Salvini, al momento, è a una moglie e due fidanzate ufficiali; Calderoli, quello che dava lezioni di pastorale cristiana al cardinal Tettamanzi, batte tutti con tre mogli, la seconda – Sabina Negri – sposata con rito celtico dal druido Formentini: “I Celti non hanno lasciato nulla di scritto”, raccontò la Negri, sapevamo solo che dovevamo scambiarci i bracciali al posto degli anelli. Formentini si arrampicò sull’albero per raccogliere il sacro vischio e ci fece bere il sidro, che aveva un saporaccio. Io pensai non avessero lucidato bene il calice, Roberto credeva ci fosse rimasto dentro il disinfettante… Noi in chiesa non ci eravamo mai andati, poi di colpo questi della Lega sono diventati cattolici osservanti e mi facevano le prediche su casa e famiglia, anche se molti erano divorziati!”. Non toccategli la Sacra Famiglia, se no s’incazzano e tirano giù qualche moccolo.
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..