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«LA LUNGA VITA DI IRENE», libro di IRIS ARMENI MAZZACCHERI

armeni_lunga-vita-di-irenedi Francesco Angellotti (AG.RF 02.04.2017)

(riverflash) – Nelle mie vicissitudini, in cui ho creduto importante equilibrare la mia disponibilità nei riguardi delle persone coinvolte nei cambiamenti, ma estranee alle cause dirette, mi sono trovato spiazzato e deluso. Sarò più chiaro esprimendo i fatti avvenuti, altrimenti dall’esposizione dei concetti, non si capisce cosa voglio intendere.

   Ho trascorso 2 separazioni dolorose, con 2 donne molto diverse, ma che non mi hanno dato modo d’alimentare la mia stima verso il sesso che ho sempre mitizzato, ed ancora mi piace sublimare. Sono stati ambedue eventi scioccanti; oltre che per me, come sarebbe naturale, anche per 2 figli, che hanno subito gli eventi capitati ai genitori, senza poter eserne parte agente.

   Non ho detto nulla di straordinario, perchè queste circostanze sono  frequenti; ma il risultato cambia in ogni caso, perchè i particolari mai sono eguali; nel senso che la presentazione delle novità, come la ricezione sollecitata in tantissime maniere, è sempre diversa. Infatti, io che con la mia mentalità ho scelto di esprimere Valori e Scelte che seguivano il filo del Ragionamento, assecondato dall’Amore, ero convinto di poter donare il messaggio più idoneo.

   Grave è stata la sorpresa, perchè non avevo fatto il calcolo che i miei figli avevano effetti dalla loro ottica: personale ed indotta. Per cui, alcuni dati di fatto che io ho elaborato per ottenere un certo effetto, sono risultati diversi nell’intendimento, da parte di chi non posso che rispettare.

   Sorprendente, quindi, che il parere sulla frattura dei rapporti, che sempre vien vista dalle parti di chi si separa, è stata interpretata da chi subisce l’evento, e si trova nelle stesse acque tempestose, pur non avendo avuto spunto per trascinarsi troppo in alto mare. La scrittrice Iris Armeni Mazzaccheri, con la sua preparazione sulla tecnica industriale, già si era aperta ad uno sfogo sentimentale, pubblicando il libro “Piediluco racconta”; in cui, oltrepassando la residenza romana, è arrivata fin in una zona che si trova in un’altra Dimensione.

   Ma, ormai vicino alla madre che la sta salutando arrivata a 94 anni, ritorna con la mente a tutte le avventure che l’hanno formata, ma che hanno provocato reazioni senza potesse parteciparle. Tutto è cominciato da quando la sua genitrice, bellissima ed affascinante giovin donna tedesca, fu presa in moglie da industriale benestante con circa il doppio della sua età (15-30). Motivi, oltre che trascinanti e passionali, ve n’erano anche di razionali, per mettersi al fianco del pretendente d’origine bulgara. Ed allora, dato che i ragionamenti non sono mai stantii ma seguono sempre un procedimento che porta ad evoluzione, il rapporto ha fatto constatare dissidi, quando è intervenuta un’aspirazione al sentimento, che aveva una più omogenea conformazione all’amore. La frattura avvenuta, ha comportato che la figlia avuta dalla prima coppia, nata da pochi mesi, è stata portata via dal padre, che ha accettato tranquillamente l’avvenimento, con solo questa clausola. Se posso esprimere la mia impressione, assolutamente esterna perchè può seguire solo l’immaginazione, questa signora presentata solo come evanescente, ma priva di personalità e fragile nel comportamento, una scelta drastica l’ha fatta; pur non considerata da nessuno (almeno ieri sera). Perchè per una mamma, lasciare una figlia, non rivederla mai più, per seguire il suo nuovo amore, che presentava diverse forze vitali, non mi sembra non sia una scelta che comporti una impetuosa forza interiore, condizionata da molto amor proprio e autoconsiderazione. Comunque questa signora, ancora giovane e sempre bellissima, vive intensamente l’avventura con il suo nuovo amante; talmente tanto, che esaurisce la spinta propulsiva; ed è oltrepassato quindi da un’ulteriore immagine del sentimento, che ha saputo far brillare nuove espressioni, scoperte essenziali. E da questo terzo travagliato ed appassionante matrimonio, è nata la figlia che ha scritto il libro; che è stata sempre insieme a sua madre; assistendola e rifiutandola, ma mai si è lasciata andare nelle frasi riportate da un naturale impulso, che lega un figlio alla madre (perchè non anche al padre? Ma, ricordo, la Pubblicità! Già, scusate). Il racconto di Iris è un’attenta e rifinita analisi psicologica su un personaggio che viene osservato da vicino, perchè ne è figlia, ma dal di fuori, perchè la giudica dal comportamento ed i dati di fatto, a prescindere dall’affettuosità

   Tanto che, per esempio, il personaggio esaminato cambia nome, a seconda delle circostanze in cui si trova a svolgere la sua esistenza; forse indice che non sapeva adeguare le parti accessorie alla sua presenza, ma era lei che si adeguava a seconda delle situazioni in cui doveva inserirsi.

   Più che un libro di affetti familiari, che vengono molto smorzati, è importante la psicologia dei personaggi, che si esprimono seguendo sempre la propria ottica. Ma una cosa è determinante, ed è stata rilevata nell’introduzione e poi nella presentazione, svolte da 2 bravissimi e dotti professori, di cui già abbiamo potuto trarne le lodi in altri articoli; il particolare, è quello che la situazione, è in questo caso ribaltata. Cioè, non si tratta del dramma di una coppia che si separa, le problematiche dei due personaggi che si uniscono per poi contrastarsi; questa volta viene osservata da chi giudica i personaggi da vicino, ricevendone conseguenze drastiche perchè figlia; ma quindi l’ottica non è delle parti agenti, ma di quella che subisce, e constata con altri metri.

   Quando mai è avvenuta una cosa del genere; ci voleva l’acume e la psicologia di Iris per farci capire che i punti di vista più lampanti, sono ovvi solo per chi li formula; perchè basta cambiare punto di osservazione, per far mutare completamente i dati da considerare.

   Avessi letto il Libro al momento in cui mi son trovato a dover scandire le mie separazioni con le madri dei miei figli, avrei avuto senz’altro una preparazione più profonda. Ormai, è troppo tardi, ma siete sempre nel cuore, Alena e Fedinando.

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