di Francesco Angellotti (AG.RF 13.09.2015) ore 00:23
(riverflash) – Ci siamo recati allo show di Maurizio Battista scevri da qualsiasi preconcetto o prevenzione, convinti di dover eseguire una critica obbiettiva, e non condizionata da impressioni indirette. Ha condizionato lo stato d’animo anche il fatto che avevo appena assistito a Stroncone alla conferenza che riguardava i bambini dislessici e la scuola, di cui avevo scritto un pezzo che ho partecipato con molta passione: leggere per constatare.
Come presunto dagli organizzatori, il pubblico è accorso numeroso, anche se non è stato molto attento all’interpretazione, perché rideva solo e sempre; anche quando le battute erano un po’ cretine, o quando Battista scendeva nella volgarità, cosa che credo non stimoli la risata ma il disgusto. Bisogna riconoscere, facciamo attenzione, che qualche parolaccia abbinata a qualche concetto scurrile bisogna inserirla: per moda, perché si fa così; ed infatti, tutti a ridere. Considerazioni in proposito fatele voi. Una cosa l’ho potuta apprezzare, anche se oltrepassa la correttezza in un rapporto che ovviamente ha seguito l’abitudine, mentre invece trovo che dovrebbe essere reinquadrato anche in questo caso. Lo spettacolo è iniziato con più di 1/2 ora di ritardo, così io, che mi ero dilungato a scrivere anche solo la bozza dell’altro articolo, sono giunto in tempo. Stavolta bene così. Però bisogna acquistare precisione: lo spettacolo era programmato per le 21, sul biglietto era scritto 21,15, l’ inizio ha avuto compimento quasi alle 21,40. Così fan tutti, ma quasi. Abbiamo elogiato da poco chi è corretto nell’orario, e se lo è nell’orario, vuol dire che è corretto in tutto.
Ma le critiche che stiamo facendo sono irrilevanti nel contenuto. Valutando lo show presentato da Maurizio Battista, possiamo dire che è stato senz’altro divertente e presentato bene, con destrezza ed un ottimo senso della scena, da parte del protagonista. Che poi, da solo, ha fatto quasi tutto lui; sul palco c’era un complesso come ve ne sono tanti, che ha introdotto l’entrata, ed è stata relegato ad una parte di figura; sempre in scena, utile per il dialogo intessuto da Battista, ma hanno suonato 3 – 4 canzonette in 2 ore. Sembra poco, ma la loro presenza ha rappresentato utilità per creare la scena su cui si esprimeva il solista; che, anzi, è stato bravissimo nel reggere da solo lo spettacolo, perché era seguito e divertiva il pubblico, che non badava molto al significato delle battute: era venuto per ridere, e rideva…
In effetti, Maurizio Battista è un personaggio che riesce a tirar sullo scherzo qualsiasi tematica, e risate veramente a crepapelle. In tutto ciò, alcune valutazioni ci sorgono spontanee, e vorremmo comunicarle, anche se non so quanto verranno condivise.
Ha fatto notare stesso Battista, che Grandi Professoroni sostengono scenografie impegnatissime per voler ammonire e prefigurare su problemi catastrofici, che incombono sulla sorte dell’Umanità. A questo problema io faccio una certa critica, perché i Professoroni in questione non inquadrano il problema, ed inducono al sacrificio, svolgendo impegni gravosi che conservano gli interessi di chi pone allarme, che quando può ci azzuppa il pane. Ma queste sono le mie valutazioni, mentre invece Battista, prendendola alla leggera, sollecitava solo a riderci sopra ed a non prenderci cura, almeno per un attimo, della gravità della circostanza.
E’ un atteggiamento saggio e liberatorio, che condividiamo nei termini esposti dallo show-man; però troviamo sia anche un modo imposto che allontana dalla Realtà, in quanto il Sistema e le Istituzioni fanno gioco sulla leggerezza degli Individui, che si trovano a fluire ove vengon condotti tutti insieme, senza ritegno, ma ridendoci su.
Non è sbagliato ridere, anche perché poi nella Vita si può esser contenti di tutto quel che c’è di bello e la Felicità si trova anche nelle piccole cose. Non credo, sinceramente, che le situazioni debbano essere prese seguendo l’ottica impostata da un Ibsen, o un Beckett; ma non facciamoci irretire da chi crede di farci ridere, per poter avere strada libera nei suoi soprusi distruttivi. Prendiamola con ironia, facciamo tutto il sarcasmo che viene spontaneo, ma la situazione vediamola in tutta la sua globalità, non legata al banale e conveniente, per certe parti che, giocando alla ripresa, fanno fessi a tutti quanti.
Però, se abbiamo svolto una nota molto positiva, ma non meno pericolosa, ci vien da notare ancora un altro particolare, questa volta molto più vicino al nostro concetto nell’impostazione mentale. Ciò è favorito, sia dal genere di spettacolo, che dall’unicità dell’attore sulla Scena; anche se è importante aver riscaldato il pubblico nelle scene d’inizio. Battista, poco schematizzando il testo e lasciandosi andare a molta estemporaneità, tanto da solo fa tutto lui, crea un contatto diretto col pubblico, coinvolgendolo nella trama rendendolo parte della Storia. La maniera è la più facile, perché chiama uno, adesso va da un altro, e la disquisizione continua improvvisata, seguendo schemi che lo show-man cerca di coordinare per arrivare ad un punto che porti alla scena programmata. E’ un modo molto diretto, per coinvolgere il pubblico; il problema è che si chiama all’espressione una persona, tra le tante attorno sedute; non tutti partecipano, ma è comunque un allargamento della scena, che non è isolata sul palco, ma riempie tutto il teatro. In proposito, tanto per dirlo, io avrei immaginato un’altra forma con cui coinvolgere tutti gli spettatori nella storia, e non casuali personaggi; però già l’innovazione che il palco scende in platea mi sembra importante; poi Battista chiama un pubblico nutrito, io non trovo una Compagnia a cui solo far leggere le Opere che ho scritto. Per cui, zitto e mosca.
Allora, con tutte le critiche sollevate, come vogliamo intendere questo spettacolo? Senz’altro benissimo! Divertente e recitato bene, con la giusta propensione nei riguardi di un pubblico che è venuto solo per ridere, a cui viene offerta solo la Risata: ma quella Vera, Sentita, Divertita… anche Esagerata, ma non fa niente.
Battista è un protagonista veramente bravo, che sa stare sulla scena ed ha portato delle novità che, come detto, ci sembrano veramente da seguire in una nuova impostazione del Teatro.
Probabilmente se avessimo ascoltato Mogol e Mingardi la critica avrebbe assunto particolari molto diversi; credo anche più entusiastici.
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..