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LA CORSA A OSTACOLI DI ENRICO LETTA, TRA I PROCESSI A BERLUSCONI E L’OPPOSIZIONE A 5 STELLE

(riverflash) – Lo scenario politico italiano è confuso, ma non allo sbando dopo che all’ ex Primo Ministro Silvio Berlusconi si prospetta la galera e l’allontanamento dalla politica dopo essere stato giudicato colpevole nel caso del Rubygate, in più il signore di Arcore rischia l’arresto il 30 luglio se la Cassazione confermerà la condanna alla reclusione. Berlusconi rassicura sulla tenuta del governo, a prescindere dalle sue vicende legali. Il PD si ostina a governare anche senza averne i numeri, come successe con Prodi, sostenuto allora in Senato dalla veneranda Rita Levi Montalcini. Per governare il PD ha provato a sottrarre a M5S i senatori più sinistrorsi e contrari alla restituzione dello stipendio. Solo 4 senatori e 3 deputati il bottino degli scout rossi, mentre Beppe Grillo e il MoVimento 5 Stelle hanno ritrovato consensi e una loro delegazione, di cui faceva parte il co-fondatore Roberto Casaleggio, è salita al Quirinale per ricordare a Napolitano le sue responsabilità nel momento drammatico che vive l’Italia. Controversie interne stanno spaccando la sinistra. I politici stanno discutendo sui provvedimenti da adottare ma nessuno riesce a trovare una radicale via d’uscita per risolvere il problema del debito pubblico.

Due mesi dopo la nomina a Presidente del Consiglio di Enrico Letta,  avvenuta a aprile 2013 stanno emergendo problemi, da una così strana coalizione politica. Lo schieramento comprende l’ala  sinistra del Partito Democratico (PD), l’ex  primo ministro Silvio Berlusconi con il Popolo della Liberta’ (PdL) e Scelta Civica di Mario Monti. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è considerato la mente che ha guidato questo strano gruppo a formare il governo, e  di conseguenza isolato Beppe Grillo, a capo del Movimento 5Stelle, l’inaspettato vincitore morale delle elezioni di febbraio 2013.

Gli italiani fanno fatica a comprendere la nuova figura del parlamentare a 5 Stelle, portavoce di una base e non tentato da fare i propri interessi. Dalla restituzione di gran parte delle retribuzioni 5 Stelle lo Stato italiano ha ricavato oltre 1 milione. Inoltre nei salotti televisivi i parlamentari grillini non diventano personaggi da ribalta, ma restano nell’ombra. Una rivoluzione pacifica che ha spiazzato il PdL e soprattutto il PD.

Il PD è paralizzato dal fatto che la vecchia guardia vuol staccarsi dal suo avversario di sempre Silvio Berlusconi. L’unico valido candidato per il partito è Matteo Renzi ma la vecchia guardia non ama Renzi. In altre parole la vecchia guardia del PD odia Berlusconi, ma non vuole provocare una crisi. Fallito il tentativo di scippare senatori al M5S.

Il risultato è che non succederà niente fino a quando il PD non troverà la propria identità o ispirandosi al pragmatismo dell’ex- Primo Ministro inglese Tony Blair oppure al populismo del Presidente francese Francois Hollande.

Berlusconi che è stato il più longevo Presidente del Consiglio del dopo guerra avendo ottenuto tre mandati tra il 1994 e il 2011, riscontra gravi problemi. La sua strategia politica era togliere l’IMU e abbassare le tasse, ma il governo Letta fatica a compiere questo passo e a settembre, se le tasse resteranno, il PdL minaccia di uscire dalla maggioranza.

Il governo a guida Enrico Letta, dopo due mesi di mandato, non ha piani per durature strutturali riforme. Non ci sono piani per revisionare il sistema giudiziario, per privatizzare gli assett dello Stato, per deregolare, o per tagliare la spesa e le tasse. A Berlino, Bruxelles e Francoforte non vogliono che l’Italia alleggerisca le tasse, ma preferiscono che paghi i debiti. Tuttavia mentre il tempo passa, la crescita è negativa, il debito pubblico continua ad aumentare, e gli interessi sul nostro debito diventano sempre più cari.

Gli italiani che sono in regola con le tasse mugugnano e forse vendono qualche bene in più ma fino ad ora sono lontani dallo manifestare o dallo andare in sciopero. Ma quanto potrà durare tutto questo? E da dove arriveranno le risorse per il futuro? Alcuni ministri del governo Letta hanno suggerito di tassare le sigarette elettroniche o di metterà un accisa in più sulla benzina. Qualunque misura a medio-termine che il governo Letta adotterà per aumentare i profitti sembra non produrrà,  nessun radicale cambiamento e questo è l’aspetto inquietante del quadro.

La verità è che in Italia non si può risolvere il problema del debito pubblico in breve tempo.

 

di Consolata Chiantelassa  (AG.RF  13.07.2013)

 

letta enrico dito

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