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LA COMUNICAZIONE ATTRAVERSO UNO SCAMBIO POLIGLOTTA, È UNA NUOVA FORMA D’ISTRUZIONE

liceo classico ternidi Francesco Angellotti (AG.RF 14.05.2016) ore 08:55

(riverflash) – Critico come sono sempre stato riguardo i Contenuti della Scuola, ed il modo d’impartire Lezioni, mi sto accorgendo che effettivamente qualcosa si sta muovendo per colmare l’inadeguatezza di un sistema ed una povertà culturale che non si può sopportare.

   Abbiamo apprezzato, quindi, l’iniziativa esposta presso il Caffè Letterario da professori di un Liceo Classico di Terni. Ai tempi che mi trovai a scegliere quale indirizzo prendere dopo la licenza media, si presentava il Liceo Classico come l’indirizzo più completo, quello Scientifico più volto verso le materie scientifiche; gli altri indirizzi un gradino sotto, perché meno culturali e volti ad un indirizzo professionale. Adesso le diverse specialità sono apprezzate perché offrono una preparazione al Lavoro, che è diventata una Chimera mitica che non si sa come tener stretta quando raggiunta; mentre le preparazioni presso il Classico e lo Scientifico sono diventate troppo generiche: studi tante cose, per non capire niente. Al Classico, pensa, si studia anche il Greco: cosa vuoi che serva saper tradurre i Testi dei Classici, se non arricchiscono nella preparazione professionale!

   Alfa, Beta, Gamma, Delta; tutto sintomo che siamo scesi ad una condizione d’Ignoranza spersonalizzata veramente avvilente. Non c’è più niente da capire, bisogna solo trovare “a fare”. Per non cadere nel giro in cui è offerto sbocco solo nella malavita, e questo è il massimo del degrado del Valore Personale.

   Ci viene da constatare che la Scuola, gravemente caduta in questo avvilimento intellettuale, toccato il Fondo, porta avanti una Reazione che speriamo venga sviluppata, quindi accolta dalla Società.

   Quando una situazione presenta eventualità degradanti, non bisogna negarle e continuare spensieratamente a giocare a tre sette, ma è importante evolvere le problematiche, affrontando i problemi che si sono sviluppati, per arrivare a Nuove Soluzioni: Einstein insegna.

   Senza arrivare a pretendere di erudire Geni, la Nuova Scuola ha capito di dover andare oltre la lezioncina imparata sul libro di testo, e s’allarga a nuove forme d’apprendimento, che sono più attuali; tutto volgendo lo sguardo alla situazione nella quale si deve evolvere la Maturità.

   Senza più tanti giri di parole, cosa è apparso importante nell’Era che si è sviluppata? Prima cosa l’Erudizione, ma questo sempre è stato; eppure adesso bisogna saperla svolgere in modo più completo, non circoscritta all’Ambiente e la Cultura che si trova intorno. Leggere, leggere tanto, di tutte le materie ed in tutte le Lingue; perché bisogna conoscere, non essere completamente estranei ai diversi Mondi che si sono sviluppati in Terre Lontane. Conoscere le diverse situazioni ed i tanti retroterra che hanno realizzato incredibili strutture, pratiche e personali. Oramai è una necessità per riuscire ad acquisire una dimensione Reale nello svolgimento intellettuale e professionale.

   Tante discrasie che avvengono, tanti contrasti e Guerre che devastano vite e realtà che si sono edificate, possiamo constatare che sono frutto d’ignoranza e di limitatezza d’Ideali. E’ necessario aprirsi e conoscere, leggere ed imparare: non solo Dante e la Divina Commedia, che è la base di partenza; ma tutte le forme di Cultura, delle popolazioni dominanti e quelle nascoste perché ancora poco raggiunte dalla devastazione commerciale; che potrebbero essere uno spunto per uscirne fuori.

   Come il linguaggio, l’apprendimento e la comunicazione attraverso uno scambio poliglotta, è una nuova forma d’istruzione andare Oltre con l’Immagine. Perché, con tutta l’evoluzione iniziata nel vicino ‘800, la fotografia ha assunto un’espressione eloquente nella comunicazione interpersonale. Siamo arrivati al punto che, oltre all’immagine riprodotta, la Foto trasmette significati e contenuti; che possono essere interpretati; ma questo è il bello; perché si può adeguare il senso variando le situazioni ed il contesto, ma stimolante è scovare l’induzione intrinseca.

   Quando sono state presentate le fotografie scattate dagli alunni di un Liceo Classico, hanno detto che ogni foto aveva la sua didascalia. Questo mi ha lasciato interdetto, perché la didascalia indica e limita, puntualizza non dando spazio all’interpretazione. Infatti, per questo, nell’unico libro che sono riuscito a pubblicare, pieno di belle immagini a colori, non ci sono didascalie: chi conosce, capisce; chi non conosce si incuriosisce; se non fa effetto, è sbagliata la fotografia.

      Sono andato a vedere, ed erano tutte foto surreali, in cui bisognava attribuire il significato che sembrava adatto; vado a leggere la didascalia, ed ho avvertito sollievo. Strano che lo sbaglio sia venuto proprio da professori, che dovrebbero insegnare la “proprietà di linguaggio”; ma quel che era scritto, frasi lapidarie o espressioni articolate, non erano didascalie; parte integrante della foto, la frase offriva uno stimolo emotivo che portava ad elaborare ulteriormente l’effetto ottico.

   Riproduzioni più significative, altre un po’ anonime, peggio se retoriche e scontate; ma qui sta il Bello. Ogni foto può assumere un diverso significato a seconda di chi l’osserva, del momento della sua presentazione, di tutto il retroterra che può subire continui mutamenti.

   Per cui, anche in questo è importante la comunicazione: nella Parola e nell’Immagine; e questa nuova forma di dialogo ed apprendimento, trovo significativo sia uno spunto preso dalla Scuola: che è quel che è, ma si lancia per un “sarà”.

   Speriamo, almeno qui a Terni.

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