RSS Feed8 Mar 2014
KHALED CHAOUKI (PD): POLITICA EUROMEDITERRANEA ED EXPO 2015
di Teresa Leone (AG.RF 08.03.2014) ore 14:46)
(riverflash) – Khalid Chaouki è un politico e giornalista italiano di origine marocchina, del Partito Democratico. Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto deputato della XVII Legislatura della Repubblica Italiana. Fa parte della Consulta per l’Islam italiano.
Vi prononiamo un’intervista all’on. Khaled Chaouki, deputato, responsabile nazionale Nuovi Italiani del PD, tratta da «Med Magazine».
– Può fare un bilancio dei lavori svolti fino ad oggi dalla Commissione cultura dell’Unione per il Mediterraneo che presiede?
“Lo scorso 15 novembre si è tenuta a Roma la prima riunione della Commissione cultura. Le raccomandazioni che ne sono seguite riguardano soprattutto la necessità di rilanciare la cooperazione euro-mediterranea nel campo della cultura, della ricerca e della mobilità. È irrealistico continuare a parlare di politica euro-mediterranea quando abbiamo limitazioni di circolazione che annullano qualsiasi scambio. Bisogna promuovere un nuovo modello di mobilità in cui devono sparire i pregiudizi. Intanto l’Italia fa la sua parte nell’agevolare l’ottenimento di visti. Il mio compito è quello di far sì che il semestre italiano della Presidenza del consiglio UE veda rafforzare le misure a riguardo. L’idea è lanciare un forum che possa rappresentare una tappa reale in cui il governo italiano sia in prima linea con le realtà giovanili italiane, promuovendo il connubio tra cooperazione economica ed umanitaria. Capitoli importanti devono essere energie rinnovabili, attenzione all’ambiente e misure alternative allo sfruttamento delle risorse e sviluppo sostenibile”.
– La difficoltà di attuazione di una politica euro-mediterranea dove risiede? I paesi a sud del Mediterraneo non sono rappresentati abbastanza? Manca un organo legislativo?
“E’ finita l’era di dettare condizioni da nord a sud. L’approccio del passato non deve ripetersi. Puntare alla informazione è fondamentale. Si conosce ancora troppo poco del mondo a sud del Mediterraneo. Soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti accaduti . I partner sono assolutamente affidabili, hanno know-how e non hanno nulla da imparare dal nord in crisi. La sfida è non perdere un’altra volta l’occasione. Non bisogna imporre una politica monodirezionale ma una nuova formula di vicinanza che veda in loro i protagonisti”.
– Il ruolo dell’Expo 2015 nel processo di attuazione della politica euro-mediterranea? E quali altre iniziative?
“Spero che l’appuntamento con Expo 2015, seppur stia registrando un ritardo in termini infrastrutturali, non sia caratterizzato da un ritardo culturale. In questa occasione bisogna valorizzare la multiculturalità e la mutireligiosità già presenti in Italia, a Milano ed in Lombardia in particolare, esperienze come quella di .med o realtà quali quella dei giovani cinesi che hanno dato prova di attivismo. Immaginare un Expo diverso dagli altri: non solo un expo di merci e cibo ma di culture e valori. Spero di farmi portavoce di una volontà seria in modo tale che sia un expo della società civile e della multiculturalità, della convivenza che l’Italia declina nella forma di organizzazione, ospitalità e accoglienza, indicatori della qualità della vita che non si esprime solo nel mangiar sano. A tal proposito, dobbiamo pensare a proporredelle iniziative concrete già dalle prossime settimane. Prossima sfida, inoltre, sarà quella di capire cosa farà la Fondazione Anna Lindh, importante piattaforma di enti nel Mediterraneo. Il nostro paese può avere l’ambizione di farsi promotore della proposta di accogliere in Italia la sede della fondazione, in quanto l’Italia si trova in una posizione strategica, sia geograficamente che culturalmente”.
Fonte: http://www.medmagazine.net
