di Valentina Riso (AG.RF 26.02.2019) ore 22: 46 (riverflash) Occhiali da sole molto grandi, capelli bianchi raccolti in una coda bassa, camicie con collo alto e guanti in pelle stile biker. Definito dai più come Kaiser Karl, Karl Lagerfeld morto lo scorso 19 febbario a 85 anni a Parigi, era uno degli stilisti più celebrati ed eccentrici, un creativo multiforme ed eclettico: Karl Otto Lagerfeld (classe 1938) che dal 1982 era alla guida della maison Chanel. La direzione creativa più lunga della storia. Figlio di Elizabeth, violinista, e Christian Lagerfeld, ricco industriale di Amburgo, emigra con la madre a Parigi nel 1953, dove termina gli studi secondari al Lycée Montaigne, specializzandosi in storia. Autodidatta della moda, due anni dopo l’arrivo a Parigi vince un concorso dell’International Wool Secretariat (quello che oggi si chiama International Woolmark Prize) ex aequo con Yves Saint Laurent. Tra le prime esperienze quella con Pierre Balmain nel suo atelier di haute couture, per poi continuare in quello di Jean Patou, dove completa la sua formazione nell’alta moda. Spirito inquieto, decide di iniziare un percorso indipendente e con la nascita del prêt-à-porter in Francia e in Italia inizia a collaborare con altre griffe come Krizia, Ballantyne, Cadette e Mario Valentino.
Dal 1965 disegna come freelance per Chloé fino a realizzare l’intera collezione del brand. E contemporaneamente la prima importante svolta: l’incontro e l’inizio della collaborazione a fianco delle sorelle Fendi, maison in cui rivoluziona l’estetica della loro linea di pellicce, creando il disegno dell’iconico marchio. Un sodalizio che dura ancora oggi: Karl Lagerfeld è il direttore creativo della maison romana insieme a Silvia Venturini Fendi. Nel 1982 l’importante svolta: Lagerfeld viene chiamato dal presidente di Chanel Alain Wertheimer diventandone direttore artistico, responsabile del prêt-à-porter, dell’alta moda e delle linee di accessori.
Se il tocco di Karl trasforma in successi tutto quello che disegna, meno fortunata è il brand che porta il suo nome Karl Lagerfeld, che viene lanciato nel 1984 per poi essere congelato nel 1998, a causa dei troppi impegni. Poi il brand ha ripreso la sua strategia di espansione grazie ad alcuni azionisti. Il marchio – sempre diretto da Kaiser Karl – propone un guardaroba di capi classici senza tempo ma con un twist rock-chic distribuiti in 95 negozi monomarca in giro per il mondo.
Nella sua lunga carriera non mancano le collaborazioni per progetti in edizione limitata con i più noti brand del fashion come H&M, Hogan, Melissa, Macy’s, Vans e Vilebrequin. Per Rolex lo stilista ha disegnato il cronografo Oyster Perpetual Milgauss, un modello unico capace di resistere a campi magnetici di 1000 gauss, da cui prende il nome. Ma non solo collaborazioni moda: gli interessi di Karl si allargano alla fotografia e ai video, sue grandi passioni. Nel 2011 ha firmato il calendario Pirelli a tema Mithology, dove il suo occhio da esteta dà vita agli eroi e alle divinità del Pantheon greco romano attraverso scatti poliedrici. Sempre come fotografo ha firmato le campagne di Chanel per le cui sfilate progetta inoltre delle scenografie spettacolari: dal Chanel supermarket alla spiaggia artificiale dell’ultima collezione.
Il designer ha diretto numerosi cortometraggi per il brand, mentre come art director e fotografo ha realizzato servizi moda per i più importanti magazine internazionali, sfoggiando padronanza di tecniche diverse. Ha raccontato che della fotografia gli piace ” la possibilità di catturare un momento che è andato per sempre, che non si ripeterà uguale”. E ancora: “Oggi la fotografia è parte integrante della mia vita. Oramai percepisco il mondo attraverso l’obiettivo. Questo contribuisce a un distacco critico del mio lavoro, e mi aiuta più di quanto potessi immaginare”.
Oggi Kaiser Karl si divideva tra la direzione artistica di Chanel e quella di Fendi. Per la prima, la sua mission era di innovare rivisitando di stagione in stagione i pezzi divenuti iconici della maison, come i classici completi di lana bouclé con giacchino e gonna. Grazie alla sua verve creativa il marchio Chanel è stato proiettato nel nuovo secolo. Con Fendi invece l’attenzione era tutta sulla preziosità artigianale, con bozzetti che hanno rivoluzionato in primis le tecniche di costruzione delle pellicce, oggi colorate, intarsiate, laserate, rasate, reversibili, mixate a chiffon o a elementi in plastica.
A pochi giorni dalla scomparsa del celebre stilista, ora Parigi si prepara a catalizzare l’attenzione di tutto il mondo fashion e non solo. Questa volta al centro dell’interesse di una platea mondiale non saranno solo le tendenze moda per l’autunno-inverno 2019/2020 delle maison, ma l’attesissimo show in chiusura della fashion week, quello di Chanel in programma il 5 marzo. La Ville Lumiere apre i battenti di quella che sarà ricordata come la prima edizione della settimana della moda parigina senza Karl Lagerfeld.
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