AG.RF (Ilaria Giaccio) 01.03.2015
“riverflash” -La cultura gastronomica e i prodotti agroalimentari italiani sono famosi ed apprezzati dai consumatori di molti paesi. Ne consegue, ormai da molti anni, un mercato parallelo di contraffazione e falsificazione di prodotti made in Italy, che sottrae quote di mercato alle aziende italiane. Come sostiene Roberto Moncalvo, Presidente della Coldiretti, due prodotti alimentari di tipo italiano su tre, in vendita nel mercato internazionale, sono il risultato dell’agropirateria alimentare. Secondo la Coldiretti, in testa alla classifica della contraffazione, i prodotti più imitati sono i formaggi, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, i quali ad esempio negli Stati Uniti, in quasi nove casi su dieci, sono sostituiti dal Parmesan, prodotto invece in Wisconsin o in California. Seguono numerosi prodotti italiani che vengono spacciati per tali ma che in realtà sono solo dei cloni poiché provenienti dagli Stati Uniti. Oltre ai formaggi vediamo anche il Provolone, il Gorgonzola, il pecorino Romano, l’Asiago, la Fontina e i nostri salumi più prestigiosi come il Parma e il San Daniele o addirittura l’olio extravergine d’oliva e le conserve di pomodoro San Marzano. La trattativa sull’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) – sostiene Moncalvo – è un appuntamento determinante per tutelare le produzioni agro-alimentari italiane dalla contraffazione. Oltre a costituire un ostacolo per la qualità dei prodotti, il fenomeno dell’Italia sounding toglie all’Italia trecentomila posti di lavoro, i quali, se occupati, svilupperebbero un’azione di contrasto a questo fenomeno a livello nazionale ed internazionale. Il ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di mettere in atto per la prima volta azioni di contrasto all’italian sounding, che, secondo un’analisi di commento della Coldiretti, solo nell’agroalimentare sviluppa un fatturato di oltre 60 miliardi di euro, quasi il doppio dei prodotti originali. Le esportazioni agroalimentari italiane hanno chiuso il 2014 facendo registrare il record storico per un valore di 34,3 miliardi, con un aumento del 2,4 per cento rispetto all’anno precedente, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Con questi risultati sul commercio estero “l’agroalimentare si conferma una leva competitiva determinante per far uscire l’Italia dalla crisi” ha affermato il presidente della Coldiretti , sostenendo che “all’estero il vero nemico sono le imitazioni low cost dei cibi nazionali che non hanno alcun legame con il sistema produttivo del Paese”. A questa realtà – conclude Moncalvo – “se ne aggiunge una ancora più insidiosa, quale è quella dell’italian sounding di matrice italiana, che importa materia prima (latte, carni, olio) dai paesi più svariati, la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero made in Italy, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta”.
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Grognards dice:
Pubblicato il 05-07-2015 alle 18:45
[…] ITALIAN SOUNDING: OSTACOLO PER IL MADE IN ITALY. L’ANALISI DI COLDIRETTI SULLE AZIONI DI CONTRASTO… […]