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IN ITALIA 1,2MLN DI PENSIONATI VIVONO (O SOPRAVVIVONO) CON MENO DI 700 EURO AL MESE

Pensionati

AG.RF.(MP).08.07.2014

“riverflash” – 5mln di pensionati Inps italiani, nel 2013, hanno percepito mediamente 702 euro lordi al mese e di questi, 1,2 mln hanno ricevuto 294 euro mensili. La dichiarazione arriva dal commissario straordinario dell’Inps, Vittorio Conti, che ha presentato alla Camera la relazione annuale dell’istituto di previdenza. Egli ha anche aggiunto che “tale drammatica situazione, non dipende soltanto dalla crisi economica che stiamo attraversando, ma è anche un’eredità del passato, poiché si tratta di pensioni prevalentemente originate dal vecchio sistema retributivo, il cui esiguo importo è riconducibile in larga misura a carriere lavorative complessivamente troppo brevi e discontinue”. Ma qual è allora il reddito medio pensionistico? L’Inps ha calcolato, sommando tutti i redditi da pensione sia di origine previdenziale che assistenziale percepiti da ciascun interessato ed erogati dai diversi enti e la cifra ammonta nel 2013, a 1.297 euro lordi mensili. “La crescita e la capacità di avviare un modello di sviluppo che generi opportunità di lavoro stabile, o flessibile ma non precario, figurano tra le condizioni necessarie per garantire al contempo sostenibilità finanziaria ed adeguatezza ai sistemi previdenziali – ha aggiunto il commissario – sul versante del mercato del lavoro – può pesare molto la discontinuità dell’occupazione in assenza di adeguate tutele”. Conti ha anche spiegato come 5 anni di disoccupazione durante i primi 10 anni del percorso lavorativo di un soggetto possano tradursi in due anni di lavoro in più a fine carriera per recuperare lo stesso tasso di trasformazione associato ad una vita lavorativa continua e regolare fin dall’inizio. “Molto più pesante invece, è la prospettiva per un lavoratore che, pur in presenza di ricorrenti periodi di precarietà nell’arco di tutta la sua carriera (per ritardi, discontinuità, periodi di disoccupazione), dovesse comunque riuscire a completare i 20 anni minimi di contribuzione necessari per maturare il diritto alla pensione: la conseguirebbe a 70 anni con un tasso di trasformazione che, molto probabilmente, lo collocherebbe nella fascia dei soggetti da tutelare con forme di tipo assistenziale”.

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