di Francesco Angellotti (AG.RF 09.11.2015) ore 15:20
(riverflash) – Giornata significativa domenica 8 novembre nel Mondo dello Sport. Nel calcio fanno le solite scene plateali per rigori concessi, presunti come inesistenti; nel motociclismo Valentino Rossi svolge una gara straordinaria, ma viene fermato nella conquista del Campionato Mondiale da presunte meschinità che lo hanno fatto rizelare. Nell’Ippica abbiamo raggiunto un Gran Risultato in tutte le Corse di Gruppo disputate alle Capannelle, durante la giornata più importante disputata nell’autunno, tutte corse saggiamente disputate all’esordio della Giornata, con la luce naturale.
Si inizia con la competizione che rimembra il valore di Manuela Tudini, che è stata una proprietaria dal Gran Cuore che si è prodigata per cause Umane. Per quanto riguarda questa corsa per femmine di 2 anni, l’attenzione veniva dalla partecipazione di Make Fast; la figlia di Makli che presentava buone prestazioni inglesi, di cui l’ultima era un 2° posto in Listed a Newbury; allungava la distanza, che da 1400 arrivava a 1500 metri, ma roba di poco. Ma le sue credenziali erano altre: una puledra della Regina d’Inghilterra che veniva in Italia è notevole solo per questo; poi, certo, allenata da Balding, le credenziali le aveva tutte. Certo, guardandola prima della corsa, non faceva una bella impressione: un po’ piccolina, pelo lungo già tosata (in Inghilterra può essere ammesso), fuori condizione… infatti non è mai stata in corsa. Regina quanto volete, ma certe cose non possono essere trascurate, per magia! Tanto più che la corsa è stata molto selettiva, in quanto Victim of Love, montata da Fabio Branca, messasi sulle gambe, ha piazzato un’andatura veloce, in testa, sgranando il gruppo che si lanciava all’inseguimento. Tutti con riferimento alla figlia di Ramonti, che non è stata mai accoppiata e, vedendo le avversarie che si lanciavano all’attacco, non si è fatta avvicinare e se ne è andata con superiorità. Mancato l’aggancio, Rabiosa Fiore si è difesa il secondo posto da Endless Summer, che è uscita in fondo al largo, ma non è riuscita nel guizzo finale. Mai in lotta la quarta arrivata Roderic Queen, che saggiamente si è curata di riservarsi una piazza.
Seconda corsa, il premio dedicato al Grande Ippico Guido Berardelli, rappresentato dai suoi figli e nipoti, anche se mancava Claudia, la sua figlia femmina; ma forse non siamo riusciti a scorgerla. Questa corsa, tradizionalmente chiamata ancora premio Tevere, è stata portata a 1800 metri, contrastando le attitudini dei puledri di 2 anni e sfalsando la programmazione nelle corse Classiche; critica già l’abbiamo fatta gli anni scorsi, e non ci ripeteremo. E’ però di nota che la corsa sia stata vinta da un cavallo che ha debuttato il 19 settembre con un secondo posto a Milano in corsa proprio per debuttanti, poi si è riproposto a Milano in una corsa Maiden, vincendo, il 17 ottobre; le sole due prove disputate, ambedue a 1700 metri. Il cavallo della scud. Blueberry allenato sempre dal clan Botti, entrato in dirittura, è scattato cercando di sgattaiolare, ma ha dovuto lottare con la resistenza del figlio di Poet’s Voise, Voice of Love, che ha tentato di difendersi, ma alla fine Poeta Diletto, che era sempre stato in avanti tutta la corsa, è riuscito a battere sul palo l’avversario. Tentativo di inserimento lo ha compiuto Viren’s Army, ma ha dovuto desistere a 300 dal palo, battendo tranquillamente Sempre Drago, mai inserito in lotta. Da notare che il vincitore è stato allevato dal suo proprietario, scud. Blueberry, ma ci sembra importante che i primi due arrivati siano figli dello stesso stallone.
Sorpresissima nell’handicap Pietro Palmieri, ove vinceva il meno quotato dal peso. Corsa in avanti ma sempre coperto, Bianco Coniglio esce ai 400 metri e si difende dagli attacchi del n° 6 Red Shirt e n°5 Andy Garcia, che battono nell’ordine Fantastic Love, n° 3 con kg 61, calato a metà dirittura. Notevole il ritorno di forma di questo 4 anni italiano, nato da King Charlemagne, che veniva da scadenti prestazioni su alterne distanze.
Gruppo III sulla veloce distanza di 1200 m. pista dritta, il Premio Carlo e Francesco Aloisi, altri due fratelli che ai vertici dirigenziali dell’Ippica si ricordano con rimpianto. Importante che si presenti un confronto tra 2 anni ed anziani, divisi solo da 7 kg; di due anni solo uno ce n’era, Zaper, ma era l’unico ad avere le credenziali per vincere un Gruppo 3; infatti non si è piazzato. Corsa veloce, è finita in fotografia, ma tutti avevano individuato il vincitore. Plusquemavie, non per dire figlio di Kheleyf, seguendo da vicino i più brillanti alla sgabbiata, ha spostato al centro pista ai 400 dal palo, cercando spazio per la progressione, ed è schizzato al comando; anche se sul palo si è dovuto difendere dall’attacco di Alatan Blaze, che ha sfoderato uno spunto bruciante, ma si è spento un tempo di galoppo troppo presto. Il portacolori di Mangili, allenato da Fazio, non dava impressione d’entrare nel marcatore, fino a che non ha trovato il varco a 400 dal palo, ove ha piazzato uno scatto molto lungo. Vicino, ma poco pericoloso, è finito anche Zan O’Bowney, un portacolori dell’Incolinx che precedeva senza problemi Trust You. Bella la mossa tattica del giovane G.P. Fois, che non ha ascendenze con il grande e simpatico Giovannino, ottimo fantino tempo fa, che si è già mostrato in diverse finezze tattiche.
Arriviamo, tra i Gran Premi, a quello centrale, il Gruppo 1: Premio Roma GBI Racing. Pochi italiani e una valanga di stranieri, ammaliati dalla qualifica di Gruppo 1. Tra i portacolori di casa non era chiaro chi potesse essere il più ardito difensore; si pensava a Dylan Mouth, con l’ultima corsa un 2° sempre in Gruppo 1 a Milano ma con 400 metri in più. Oppure Mr Gotham e Pentagono, ambedue dall’ottima forma ma che sono scivolati cercando di salire gradini troppo alti; Refuse to Bobbin, che dopo la vittoria nel Repubblica lo stanno strapazzando su tutte le distanze purché ritrovi un Gruppo 1; Priore Philip, che non riesce più a trovare la forma dell’anno scorso ; casomai Circus Couture, che ha discrete performances ma su distanze più brevi. Gli stranieri sono tanti e sono pericolosi, vengono dall’Inghilterra, dalla Francia e dalla Germania, con ottime prestazioni anche in Gruppo 1; da notare, però, che i più hanno ottenuto le migliori prestazioni su distanze più brevi dei 2000 del premio Roma. La cosa ha permesso a Dylan Mouth di scattare presto in testa, e di fare una falsa andatura senza essere disturbato; allunga all’ingresso in dirittura, spiazzando gli inseguitori che non riescono ad afferrarlo al cambio di marcia. Solo il compagno di scuderia Circus Couture arriva alla sua altezza al largo; allora (attenti, guardate la frontale), Dylan Mouth, che ha sempre fatto una corsa a 2000 metri in testa ed ha condotto l’andatura in un Gruppo 1, sente la stanchezza, galoppa con la sinistra ed ondeggia vistosamente al largo; ove trova il compagno di scuderia che lo riequilibra, e così riesce a vincere, seppur di poco. Entusiasta il proprietario della scuderia EFFEVI, plurivincitore in una giornata di livello eccezionale; però si è lasciato andare a dichiarazioni sul vincitore del Roma un po’ eccessive, come se il cavallo non avesse avuto difficoltà a battere un compagno di scuderia non proprio di primissima categoria. Ma in fondo è normale, i momenti d’euforia hanno effetti, giustamente, esagerati. Tanto la femmina francese Beautiful Heroine non ha mai impensierito i 2 in avanti, dovendosi giusto difendere, anche agevolmente, dall’attacco dell’altro straniero Giuliani, che aveva buone prestazioni in Germania oltre che a Longchamp, ove era finito ultimo in Gruppo 1.
I primi due arrivati, ambedue della scuderia EFFEVI ed allenati da Stefano Botti, sono stati allevati dall’Azienda Agricola Mariano. Ma allora, fermiamoci un attimo, facciamoci i conti.
In 5 corse di prima categoria, quattro volte i primi due sono allevati in Italia, solo in una deve bastare il vincitore. Inutile dire che gli allevati all’estero erano in numero maggiore. Tutto questo, in una nazione in cui l’allevamento è stato cancellato, perché non si può scommettere e quindi è improduttivo.
Mi viene da piangere a questo ragionamento, vorrei allora chiedere al Ministro, al Ministero, agli Addetti alla Gestione del Settore Ippico, a chi ha le Mani in pasta per coordinare e svolgere manovre strutturali, che tendono verso la mitica “ripresa”: perché al Vertice di tutto il contesto Ippico, non troviamo nessuno che sia Ippico? Che capisca quel che fa, che abbia un’ottica su quel che sarebbe da cambiare? Stanno distruggendo un settore, con tutti i mezzi meschini e subdoli come non vorrebbero far apparire, senza sapere nemmeno quel che va perso. E non solo non credono opportuno salvare quel che c’è, ma si continua a voler declassare gli ultimi sprazzi che anelanti vogliono uscir fuori, perché non si rendono conto di quel che stanno facendo.
Signori, ci vorrebbe competenza di qualcuno che sa dove metter le mani. Non propongo di ricreare quel che non c’è più, in quanto è stato superato con ragioni e pretesti che avevano anche la loro base di fondamento. Ma viene da constatare che l’Ippica è un settore ricco di Valori, che crea un Grandioso Giro Economico, in cui sono investiti tanti scomparti, che adesso possono solo sbattere la testa al Muro. Non chiedo riforme o innovazioni, perché prese da chi non sa quello che fa, abbiamo visto ove portano. Mi voglio rifare al motto che lanciammo quando ci riunimmo nell’Associazione Giovani Ippici, anche se ormai giovani non siamo più: Ippica agli Ippici. Lasciateci per conto nostro, ce la vediamo noi.
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