di Francesco Angellotti (AG.RF 16.10.2014) ore 20:21
(riverflash) – Aspettavo il treno alla stazione di Siracusa. Il caffé l’avevo preso, anche lì lo fanno buono. Nella notte scura, cerco una panchina per leggere il libro lunghissimo che non riesco a finire: Fedor Dostoevskij, L’ idiota; per capire qualcosa su di me, per scoprire della mia ingenuità e ravvedermi della mia spinta che mi porta verso la condivisione umana. Anche se, devo ammettere, l’Idiota di Dostoevskij non è tanto idiota: è un puro, dedito a far del bene senza cercare contropartite; e caso ne viene che la strada gli si apra innanzi, perchè da misero vagabondo, quasi per miracolo si scopre principe pieno di soldi. Allora, scusa Fedor (la mia macchina non ha la dieresi, scusate anche Voi), tutti sarebbero portati al Bene, pur di essere principi pieni di soldi. Ma il personaggio è diverso, è davvero un’astrazione del regno dei Cieli.
Comunque, giunto alla metà del 4° ed ultimo capitolo, avevo assai desiderio di finire il libro, che mi sta piacendo molto.
Vedo una panchina di fronte al binario ove è seduta una persona che mangia un cartoccio non meglio identificabile. Mi appropinquo, sarò discreto e silenzioso, non disturberò le funzioni alimentari e speriamo di non essere disturbato nella mia autoderisione d’intellettuale.
Mi avvicino, smorzato saluto ricambiato a metà, mi siedo e scorgo che il giovin signore al quale m’ero seduto accanto portava una sovragiacchetta di plastica con la scritta (più lunga ma questo ho letto): assistenza disabili.
Sono zompato per aria perchè sono stato preso dall’istintiva fratellanza che coglie di fronte ad un collega, anche se mai abbiamo condiviso il menage. Dico questo perchè anch’io sono stato coordinatore in un centro di recupero per handycappati,ove eseguivamo Ippoterapia. Per cui, presuntuoso, tutti quelli che lavorano ed hanno mansioni nel campo del recupero e dell’assistenza verso disabili e handycappati, sono miei colleghi: mi farebbe umanamente piacere.
Tutto questo sproloquio per far capire l’animo e la pulsazione con la quale ho cercato di iniziare il discorso, eventualità che mi è riuscita facilissima perchè il signor, che ricordo come giovine per non dover assumere io il ruolo di maturo, era disponibile e simpatico nell’accostamento.
Senza che riportiamo tutta l’eloquenza conseguita in botta e risposta, che sarebbe inutile e dispersiva, il… ,non ricordo il nome che però mi ha detto, veniva da Milano ove lavorava. Sorta una buona eventualità, è voluto tornare nella terra d’origine dei suoi avi; la moglie non lo ha indotto perchè sentiva che “se scendiamo giù in Sicilia non torneremo più”; e tanta voglia di scendere non l’aveva, lei milanese; ma ancor più ha voluto seguire il marito, e ciò è solo encomiabile perchè abbiamo trovato una donna che cerca l’unione con il suo partner, che non è ridotto a suo strumento di gioco. Bellissimo è stato che, una volta scesi e presentatosi il nostro amico per l’assunzione, è stato accolto con i massimi onori; ma, dato che non aveva 2 anni d’iscrizione presso le liste di collocamento, “mi spiace infinitamente, non è possibile; sa, questo è il regolamento”. Certo, l’avessero avvertito prima, sarebbe stato meglio. E mò?
La moglie ha trovato un posticino, ma è stagionale presso un albergo, legato ai periodi maggiormente vacanzieri. Che poi la Sicilia è talmente ricca di bellezze, che non basta un anno per andare in vacanza ed ammirarne la metà; ma adesso questi periodi vengono inquadrati in spiaggia-sole-mare ed avviene che così, oltre a non veder niente, non ti accorgi nemmeno dove stai. Ma non fa niente, è una delle tante pecche dei tempi attuali che meglio non metterci ad elencare perchè mancherebbe spazio, e ne dimenticheremmo la maggior parte. Comunque la moglie un lavoretto se l’è dovuto trovare, il nostro amico si è stato costretto ad inventarsi un’attività per rimediare qualcosa: da cameriere a commesso, operaio… poi dicono che la gente finisce nel mondo della delinquenza; così, purtroppo, è istigata, perchè appare troppe volte l’unica strada, la quale guardacaso, ti accoglie a braccia aperte e senza tante regole da dover osservare, se entri nel giro “organizzato”.
Ma lui no, il nostro amico ha sempre rifiutato certi intrighi, che danno il pane alla vita quotidiana togliendo animo alla personalità; lui ha fatto qualsiasi cosa pur di trovare le briciole per andare avanti in qualche modo; anche perchè poi, come preavvertito dalla moglie, se tornava a nord poteva solo che girarsi i pollici e non avrebbe avuto scappatoie che lo spirito meridionale dispone, alla disperata.
Fino a che, straordinario, ha trovato come imbucarsi in un ruolo di “accompagnatore per disabili”. Senza specializzazioni e corsi di studio, tanto casi particolari di handycap devono essere coordinati dalla Croce Rossa. Certo, lavoro precario, a progetto, niente di stabile. Però va avanti da un po’ ed il nostro amico (anche vostro? per me è solo onore considerarlo amico) lo svolge con grande umanità ed è contento, perchè è impegnato a far del bene a chi si trova in difficoltà, anche motoria o qualunque azione primaria.
Io l’ho ascoltato e, conoscendo l’abilità necessaria vicino ad handicappati o disabili, ero ammirato dalle scelte e dalla contentezza che aveva nell’esecuzione di un lavoro, non fisso, ma volto per il Bene altrui.
Quando l’ho salutato, col cuore ridente e l’animo estasiato, mi ha chiesto: lo scriverai un articolo?
Sì, comunque sia il tuo nome, l’ho scritto. Perchè le testimonianze come quelle che tu mi hai raccontato sono troppo profonde e troppo belle per essere trascurate. Bisognerebbe avere la mente un po’ più radicata nella realtà, quella di tutti i giorni. Ci troviamo coinvolti in tutti i giri strutturali, in cui l’individuo non esiste ma è solo organo che fluttua la tendenza da una parte o dall’altra, casomai senza che si renda conto della linea che sta sostenendo. Ma, anzi, non c’è più neanche una linea, un principio, un assetto, qualcosa di coordinato e definito; siamo in una barca che fa acqua da tutte le parti e le scoordinate fazioni si vogliono attribuire il merito quando riescono a tappare un buco, senza evidenziare che hanno dovuto lasciar che se ne aprisse un’altro dalla parte opposta.
Non ci rendiamo conto, perchè non vogliono farci render conto, che le mosse politiche e sociali sono quelle che prendono nelle Alte Sfere; non è questione più di Forza Lavoro, Operai, Classi abbiette o elevate, l’Aristocrazia ed il Proletariato… è diventato tutto un gioco superiore, non esiste più l’individuo.
Il Potere (non in senso marxista) è racchiuso nei pochi organi che presentano la situazione al popolo, che si muove a seconda di come è condotta la Società dalle sfere che hanno in mano gli Organi del Comando; ed inoltre il gioco non coinvolge più le Nazioni, ma ci muoviamo (noi) a livello europeo, con grandi vantaggi ed enormi guai. Anche adesso,che intervenuta la Crisi i Signorotti si trovano in mano lacci per le scarpe, viene ancora stabilita “dall’alto” l’organizzazione (e la disorganizzazione) sociale. Mi raccomando solo di indossare la cravatta quando ripresi dalla televisione.
E il Popolo, l’Individuo, il Singolo, la Massa (per far piacere a Silvano), la Moltitudine: le Persone?
Pedine, strumenti; non si può pensare al lavoro, ai problemi quotidiani, al menage delle famiglie e piccolezze del genere. E’ il Sistema che bisogna salvaguardare e fino a che non si riesce a riequilibrare, tutti dobbiamo schiattare (per far rima).
Per cui, discorsi come quelli che ho sentito fare da un cittadino alla stazione di Siracusa, sono vacui e inutili, perchè è una questione sovrastrutturale: finchè in Europa il Pil non sarà riequilibrato e riprenderemo un’economia florida, non c’è modo di dar agio ai tanti individui che sono oggetto di presunti discorsi comunitari.
Oppure, si cambia sistema. Già,perchè non cambiamo Sistema? Certo, oramai i signorotti si sono insidiati negli organi di comando, così riescono a gestire tutto loro; ma sarebbe una vera Rivoluzione quella di smentire qualsiasi organo di potere, per tornare ad essere Uomini. Bisogna stare attenti a non prendere le armi in mano, se no rifacciamo il gioco di chi vuol far credere che l’Organizzazione debba essere imposta; torniamo, spontaneamente, ad una normale dimensione in cui la Ricerca e la Scienza hanno un ruolo primario nella Poesia, nella Letteratura e nella Filosofia. Unendo queste fonti progressiste si intravvederà quella che è la direzione più opportuna dell’ l’Umanità; non di una Classe, una Setta, un Clan, una Elite, una Massa o, comunque, Organi Organizzati
ma TUTTI !
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