AG.RF 26.05.2018
(riverflash) – Dal 17 maggio gli islamici sono entrati nel Ramadan, nono mese dell’anno per il calendario musulmano. Ha una durata di 29 o 30 giorni in base all’osservazione della luna crescente. Secondo la pratica islamica il Ramadan è il mese in cui si pratica il digiuno (Sawm), in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto. Questa festività annuale è considerata uno dei Cinque Pilastri dell’Islam.
Dato che il calendario islamico è composto da 354 o 355 giorni (10 o 11 giorni in meno dell’anno solare), il mese di Ramadan ogni anno cade in un momento differente dell’anno solare e quindi man mano retrocede, fino a cadere in una stagione diversa. Molto duro quando cade in piena estate, perché il digiuno prevede anche l’acqua e con il gran caldo l’acqua è importante. Durante il digiuno dall’alba al tramonto, i musulmani si astengono dal consumo di cibi e bevande, dal fumare e dalla pratica di attività sessuali. I fedeli sono anche invitati all’astinenza da comportamenti peccaminosi che vanificherebbero il digiuno, come ad esempio i peccati di parola (insulto, calunnia, bestemmia, menzogna, ecc.) o le azioni violente, con l’eccezione della legittima difesa.
Il digiuno (sawm) durante il mese di Ramadan costituisce il quarto dei Cinque pilastri dell’Islam e chi ne negasse l’obbligatorietà sarebbe kāfir, colpevole cioè di empietà massima che esclude dalla condizione di musulmano. Chi è impossibilitato a digiunare, perché malato o in viaggio, può anche essere sollevato dal precetto, ma appena possibile dovrà recuperare i giorni del mese in cui non ha digiunato. Le donne incinte o che allattano, i bambini e i malati cronici sono esentati dal digiuno e dovrebbero al suo posto, secondo le loro possibilità, fare la carità come ad esempio nutrire le persone bisognose.
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