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In Esclusiva Arnaldo Capezzuto “C’è poca partecipazione. Le mafie diventano sempre più forti”

di Daniele Giacinti  (AG.RF.  06.09.2013)

Intervista Esclusiva (riverflash) – La nostra agenzia stampa ha intervistato il giornalista del Fatto Quotidiano e direttore del periodico online la domenica settimanale, Arnaldo Capezzuto. Dopo aver ricevuto dei riconoscimenti per il suo lavoro svolto sul campo con inchieste, è stato uno degli autori del libro “I Casalesi” che ritrae la parabola politica dell’ex sottosegretario all’economia Nicola Cosentino.

 

 

Cosa significa secondo lei in questo periodo così complicato fare il giornalista a Napoli?

Il termine complicato mi piace, perché è complicato raccontare, narrare e ci sono delle difficoltà oggettive. Napoli non è una città normale, e c’è la difficoltà nello stimolare l’interesse del potenziale lettore. Cinque o sei anni fa c’era la sensibilità di indignarsi davanti ad un racconto che potesse svelare la verità, oggi invece sembra che tutto sia normale. Ormai c’è quasi un sentimento di assuefazione e non si crede più nel cambiamento.

 

Quindi è così pessimista. Non crede in un cambiamento da parte di Napoli?

Non sono pessimista, registro gli eventi. Ho riscontrato questa poca partecipazione e la linea dell’indignazione si è molto spostata, molto in avanti, quindi occorre lavorare. Il mestiere del giornalista deve far cogliere, stimolare, e raccontare qualcosa, oppure non ha nessun senso. La bellezza della carta stampata, di internet è quello di scrivere articoli che provochino una reazione.

 

Come combattere l’aggressività delle organizzazioni mafiose. Lei da giornalista quali rimedi adotta?

Negli anni sono cambiate molte cose, le mafie si sono evolute e sono molto in avanti. Queste organizzazioni utilizzano metodi vecchi come lo spaccio, ma creano anche profitti tramite lo spostamento di soldi. La grande pericolosità è che in un momento dove la crisi è molto dura, le mafie hanno i soldi contanti. Inoltre la criminalità riesce a gestire interi sistemi economici con l’abbraccio mortale di ceti insospettabili: commercialisti, notai, brokers finanziari che riescono anche ad entrare nelle istituzioni. Prima la mafia, camorra cercavano di infiltrarsi all’interno della politica, ora non hanno più bisogno perché ormai entrano nei sistemi economici.

 

Cosa pensa del governo Letta. Sta lavorando bene per quanto riguarda la lotta alle organizzazioni mafiose? 

E’ un esecutivo che galleggia, perché è stretto dalla morsa del ricatto per questa strada della pacificazione nazionale. La lotta alle mafie deve essere per prima una lotta di convinzioni, invece in molti temi c’è un forte tentennamento. L’intenzione di molti provvedimenti è buona, ma nella realizzazione normativa vengono trovati cavilli e purtroppo non c’è nettezza. Per questa lotta serve decisione, intransigenza e serietà però queste sono caratteristiche che mancano alla politica. 

 

Come giudica l’operato del sindaco Luigi de Magistris. Crede che sia stato lasciato troppo solo dalle istituzioni?

Camminando in strada ho notato che tutti i negozi, persino quelli abusivi, rimanevano chiusi per protestare contro la decisione presa dal sindaco nell’inserimento di zone a traffico limitato. A Napoli non era mai successo, nemmeno per proteste contro il pizzo, ma contro la nuova amministrazione sono tutti rimasti chiusi anche le bancarelle e persino gli abusivi. Questo sindaco è bravo a mettersi tutti contro, sia quando era prima in magistratura e anche ora come politico. Per questo mi è molto simpatico.

 

Cosa pensa della campagna contro l’affossamento dell’articolo 138 della Costituzione che è stata portata avanti anche dal Fatto Quotidiano?

Il Fatto Quotidiano, come gruppo editoriale, ha avuto un grande merito su questa petizione grazie anche all’intervento di numerosi costituzionalisti e giuristi molto importanti. Con la modifica dell’articolo 138 della Costituzione, si andrebbe a toccare una parte molto importante e fondamentale. Tutti i cittadini, al di fuori delle idee politiche, dovrebbe difendere la Costituzione perché questo è un impegno civile di tutti.

 

Cosa pensa della condanna a Silvio Berlusconi e questo bombardamento mediatico sulla vicenda?  

In un paese normale la magistratura va rispettata. Provo molto fastidio nel fatto che Berlusconi possa avere questo titolo di Cavaliere. Con questa condanna sono mancati i requisiti per poter ancora far mantenere a Berlusconi questa onorificenza. Spero che Giorgio Napolitano possa togliere il titolo, poiché è soggetto al ritiro nel momento in cui ci fosse una condanna.

 

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