9 Ott 2013
In arrivo il dottorato industriale
di Daniele Giacinti (AG.RF. 09.10.2013)
(riverflash) – Le problematiche delle università italiane sono molte: dalla mancanza di posti a sedere, agli studenti che scoraggiati dai tempi disumani di alcune pratiche, decidono di trovare fortuna fuori dall’Italia. In questo momento di crisi, non è tutto negativo, infatti si sono sviluppati i dottorati industriali, che permettono agli studenti di sfruttare l’eccellenza del made in italy per formarsi sul campo e fare ricerca. Questi dottorati sono stati pensati sopratutto per favorire l’occupazione dei giovani e far entrare nelle società dei futuri ricercati. Alcune università italiane come quella di Bologna, Padova e Napoli hanno già iniziato ad attivarsi per questo processo, che permetterà a molti giovani di vincere e formarsi con queste nuove “Borse di dottorato”. Con lo sviluppo dei dottorati industriali aumentano le possibilità lavorative e si aprono strade nuove: in passato l’unico sbocco era quello della carriera universitaria, oggi si può iniziare un percorso all’interno delle società. Il futuro dottore di ricerca, per poter acquisire il titolo dovrà comunque elaborare una tesi e una sintesi del lavoro svolto. In molti paesi dell’Unione Europea, questa pratica è diventata frequente e ormai si è instaurata una forte collaborazione tra il mondo accademico e quello aziendale. Molti docenti e ricercatori come Martina Ori e Michele Tiraboschi criticano fortemente questi dottorati industriali, sostenendo che per poter funzionare “devono essere aperti al mercato e consentire un reale protagonismo delle imprese. Dando per scontato che solo l’università è il soggetto abilitato al rilascio del titolo, tutte le fasi di selezione, reclutamento e formazione dei candidati sono dettate a immagine e somiglianza del mondo accademico, con logiche di governance che non ammettono, se non in posizione subalterna, il coinvolgimento delle imprese”.