IL SUICIDIO DI SASCHA LEWANDOWSKI, ALLENATORE TEDESCO

(LA) – AG.RF 13.06.2016

(riverflash) – Si è suicidato Sascha Lewandowski, ex-allenatore di Bayer Leverkusen e Union Berlino, da non confondere con Robert Lewandowski, centravanti polacco del Bayern Monaco. Una notizia che ha scosso il calcio tedesco perché Sascha aveva lavorato a lungo con i giovani dei vivai di Bochum e Leverkusen e la sera di venerdì 10 giugno era stato fermato a un controllo automobilistico facendo registrare un tasso alcolico superiore a quello consentito per i guidatori. Con lui in auto c’era un minore, un romeno di 12 anni. Al posto di polizia di Bochum non sono state riscontrate violenze sul bambino e, al momento, non si può parlare di pedofilia. Rimandato a casa, in attesa di analisi su fazzolettini di carta rivenuti nell’auto, Lewandowski ha litigato con la moglie ed è andato a dormire in un albergo di Bochum. Domenica 12 giugno la moglie è salita su un aereo e Sascha ha fatto ritorno a casa, senza rispondere al telefono. Gli amici, dopo 3 giorni di silenzio, si sono rivolti alla polizia preoccupati per lui. Poliziotti e pompieri hanno buttato giù la porta dell’appartamento, quindi, sulla porta di una stanza chiusa, hanno trovato un bigliettino post-it con scritto “pericolo di morte, monossido di carbonio”. A marzo 2016 aveva lasciato la panchina dell’Union Berlino perché soffriva di Burnout, una sindrome che colpisce chi svolge un lavoro che implica relazioni interpersonali. Uno stress che ti brucia dentro, con deterioramento della qualità di vita perché chi ne soffre non riesce più a separare il privato dal lavoro.