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IL RITORNO DI CARAVAGGIO A PALERMO

caravaggio oratory san lorenzo

di Sabrina Sciabica (AG. RF. 04.01.2016)

(riverflash) – È ritornata qualche settimana fa, nella città che la aveva commissionata a Caravaggio  intorno al 1600, la Natività con i Santi Lorenzo e Francesco, anche se soltanto in forma di copia.

L’olio su tela originale fu rubato dall’Oratorio di San Lorenzo, a Palermo, nel 1969, probabilmente dalla mafia siciliana. L’opera è nella lista dei dieci capolavori più ricercati dalle polizie internazionali e le speranze di ritrovarla sono poche, soprattutto dopo la dichiarazione di un pentito che confessò la partecipazione al reato e il danneggiamento della tela dovuto al taglio praticato per trafugarla.

Adesso, dopo decenni dall’accaduto, grazie agli sviluppi della tecnologia, è possibile ammirare nuovamente l’antico capolavoro, perfettamente riprodotto a seguito di un complesso procedimento tecnico realizzato dalla Factum Arte, con il supporto economico di Sky Arts Production Hub.

Il dipinto rappresenta una scena intima e raccolta, in cui una giovane donna dalle sembianze quasi popolane  – assomiglia più ad una nutrice che alla madre di Cristo – guarda con dolcezza il suo bimbo, appoggiato sulla paglia. Ci sono anche san Giuseppe, in basso di spalle, san Francesco insieme ad un frate e san Lorenzo dall’altro lato, tutti in cerchio come a proteggere il bambino, totalmente assorti nel mistero di questa nascita. Una luce tenue illumina i volti e le caratteristiche principali dell’opera sono il realismo, la semplicità e la spontaneità dei personaggi ritratti, come se l’artista volesse far entrare in scena il popolo, senza aggiungere nulla di altezzoso e superfluo.

Nel 1699 fu chiesto allo scultore siciliano Giacomo Serpotta di decorare l’Oratorio in cui si trovava la Natività ed egli compì, con i suoi pregevoli stucchi, uno dei suoi lavori meglio riusciti.  La scultura dialoga con la tela e ne fa un’elaborata cornice. Nelle pareti si ammirano, inoltre, le statue raffiguranti le Virtù e otto rilievi che raccontano le storie dei due santi, impreziosite da putti, drappeggi ed vari elementi simbolici. L’Oratorio doveva essere luogo di commistione tra sacro e profano, vi si tenevano esercizi spirituali ma anche concerti e rappresentazioni varie, come suggerito dalle maschere scolpite lateralmente e dall’aspetto giocoso dei piccoli angeli.

Oltre alla celebre pala d’altare e agli stucchi di cui è interamente coperto, ci sono altre meraviglie che fanno di questo Oratorio una tappa obbligata per chi visita Palermo: il pavimento di marmo policromo che, visto dall’altro, sembra un tappeto dai disegni curvilinei e i sedili di legno intarsiati in avorio che seguono i lati dell’edificio, sostenuti da sculture anch’esse di legno.

L’oratorio di San Lorenzo è un significativo esempio di arte barocca, in cui si nota un’ossessiva ricerca del bello, un’eccezionale dovizia di particolari, con il chiaro obiettivo di arrivare alla sublimazione del piacere visivo.

La visita all’Oratorio, situato nel centro storico di Palermo, è consigliatissima e si loda il tentativo perfettamente riuscito di conservare la memoria dei nostri capolavori. Rattrista, tuttavia, la gravità dell’episodio malavitoso e la totale mancanza di tutela verso l’enorme patrimonio artistico che l’Italia possiede: la tela di Caravaggio non aveva nessun sistema di protezione e di essa, oggi, si son perse totalmente le tracce.    

 

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