26 Nov 2014
“IL PRINCIPE DEI SOGNI”: negli arazzi Medicei la speranza di un nuovo Rinascimento
AG. RF. 26/11/2014 (riverflash)
È una storia meravigliosa quella che Louis Godart, Consigliere per la conservazione del patrimonio artistico del Presidente della Repubblica Italiana e curatore della mostra “Il principe dei sogni” ha raccontato nel magico scenario della Sala degli Specchi del Quirinale durante la conferenza stampa di presentazione. Una storia di principi illuminati, di artisti sublimi, di artigiani sapienti; di quando il potere si affidava all’arte per trasmettere messaggi imperituri e coniugava filosofia e prassi politica, religione e magia.
Ad accompagnare con i loro interventi l’affascinante relatore, ospiti di massimo riguardo: a rappresentare le città che ospiteranno la mostra i Sindaci di Firenze Dario Nardella e di Milano Giuliano Pisapia, oltre al Direttore dell’Ufficio per la stampa e la comunicazione del Quirinale Maurizio Caprara; per il Governo il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali Maurizio Martina ed inoltre l’Amministratore delegato di Expo 2015 s.p.a. Giuseppe Sala, Diana Bracco, Presidente della Fondazione Bracco e, per il main sponsor Gucci, Micaela Le Divelec Lemmi.
Cosimo I de’ Medici, sposata la bella Eleonora di Toledo ed insediatosi in Palazzo Vecchio a Firenze, volle trasformare l’antico edificio simbolo del popolo fiorentino, in una residenza regale. In quest’ambito, già dal 1545, fu richiesta la produzione di una serie di 20 arazzi monumentali (6 metri di altezza ciascuno per un estensione totale di più di 400 metri quadrati di tessuto istoriato), raffiguranti le “Storie di Giuseppe”. Per la titanica impresa venne creata una apposita manifattura, a realizzare i cartoni preparatori furono chiamati i massimi artisti dell’epoca, Jacopo Pontormo, Agnolo Bronzino e Francesco Salviati, e per la tessitura vera e propria i più esperti arazzieri mondiali, i fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher.
Tale opera intendeva codificare una nuova immagine del potere e contribuire alla costruzione di un vero e proprio mito mediceo, a supporto del proposito di Cosimo di trasformare l’antica Repubblica Fiorentina in un principato assoluto.
Il personaggio biblico di Giuseppe era per molti motivi particolarmente gradito alla casata. Figlio prediletto di Giacobbe, e per questo detestato dai fratelli, Giuseppe, come narra la Bibbia, venne venduto come schiavo in Egitto. Ma nella terra dei Faraoni, grazie alle sue doti, fra cui l’oniromanzia, ovvero la capacità di interpretare i sogni, seppe conquistare il favore dei potenti, diventando un personaggio di spicco, potente e magnanimo al punto da perdonare i fratelli traditori. Per le sue doti di attento amministratore, per le sue qualità di eroe mite e probo, capace di conquistare un enorme potere partendo dal basso, forte solamente delle qualità intellettuali e delle capacità divinatorie, Giuseppe ben rappresentava il modello ideale cui la dinastia medicea voleva riferirsi. In particolare il dono dell’oniromanzia solleticava l’ambizione di Cosimo: saper leggere i sogni del suo popolo, diventare il “Principe dei sogni”.
Evidentemente il tema del “sogno”, riproposto tante volte ancor oggi in tempi assai meno memorabili, è destinato nei secoli a stimolare la fantasia dei potenti di ogni epoca e ad essere utilizzato come strumento di propaganda.
A distanza di quasi cinquecento anni il frutto meraviglioso di quell’ambiziosissimo progetto, i venti arazzi, riportati allo splendore grazie alla certosina opera di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e finalmente riuniti, assumono nuovamente un valore simbolico.
Come sottolineato da tutti i relatori durante i loro interventi, essi, e la mostra che li esibirà, rappresentano la massima espressione dell’italico ingegno: contengono l’arte di cui il Bel Paese resta il faro, ma anche l’eccellenza manifatturiera, oggi appannata dalla crisi e dalla globalizzazione dei mercati, ma che proprio in forza di tale nobilissima eredità, si vuole tornare a far risplendere. La loro storia riporta inoltre a splendide forme di governo, in cui potere, volontà popolare, sapienza, cultura, religione, arte trovavano una sintesi perfetta e purtroppo mai più raggiunta.
Gli arazzi Medicei non potevano quindi non essere scelti, nell’ambito delle manifestazioni culturali dell’Expo 2015, come espressione illuminante di quanto l’Italia può, o potrebbe, fare e rappresentare.
Ad esprimere ulteriormente i significati insiti nell’esibizione, il fatto che essa toccherà tre città per diversi aspetti simboliche: Roma, la capitale amministrativa, Firenze centro della cultura rinascimentale, Milano, polo dell’economia. Prestigiosissime le sedi prescelte: a Roma, dove la mostra sarà presente da Gennaio ad Aprile 2015, il Salone dei Corazzieri nel Palazzo del Quirinale; a Milano la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, da Aprile a Settembre 2015; a Firenze la Sala de’ Dugento in Palazzo Vecchio, originale sede degli arazzi, dal Settembre 2015 al Gennaio 2016.
Oggi non esistono più principi dei sogni, abbiamo solo indegnissimi epigoni. Ma perdurano ancora i sogni, sempre più numerosi quelli inattuati. Possano essere le “Storie di Giuseppe”, possano essere gli arazzi di Cosimo de’ Medici gli araldi delle speranze di un nuovo Rinascimento italiano.