AG.RF 26.04.2015 (ore 23:04)
(riverflash) – Cadaveri per le strade. Spettacolo raccapricciante del terremoto in Nepal, con un bilancio dei morti che sale di ora in ora e adesso si aggira a 2.800. Alla prima devastante scossa di magnitudo 7,9 di sabato alle 12 ne sono susseguite altre 30, di cui la più violenta alle ore 12,40 di oggi, 26 aprile. A Katmandu un’atmosfera surreale, la gente è accampata per strada tra cumuli di macerie, l’asfalto di alcune strade si è aperto in profende voragini. Sono stati sospese le erogazioni di acqua, luce e gas. L’aeroporto internazionale Tribhuvan è rimasto chiuso 4 ore, impedendo l’arrivo di un paio di aerei provenienti dall’India. L’unità di crisi della Farnesina ha detto di aver rintracciato 300 italiani che si trovavano in Nepal, tra loro anche i fratelli di Firenze Daniel ed Elia Lituani, 25 e 22 anni. Sembravano dispersi ma il padre Marco ha rivelato che erano riusciti a mettersi in contatto con la famiglia. A rischio anche gli alpinisti che si preparavano a salire sull’Everest perché una grande valanga di ghiaccio si è staccata per schiantarsi sul campo base dopo 800 metri di caduta. Sono morti 18 alpinisti, tra loro il manager di Google Dan Fredinburg. Risultano tuttavia incolumi due alpinisti di Fano, Pietro Marcucci e Luca Cantiani, che si trovano in questo momento ai piedi dell’Everest senza aver riportato danni. Allarme, invece, per Roberto Antonini di Ancona, che si trova in Nepal con una spedizione del soccorso alpino presso Langtang. Il fratello Giuseppe ha parlato con lui mezz’ora prima del sisma, poi ha perso il contatto con lui. Con Roberto Antonini ci sono anche il medico speleologo Gigliola Mancinelli, Oscar Piazza, del soccorso alpino del Trentino Alto Adige e il genovese Giovanni Pizzorni. Per ora sono dispersi.
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