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IL NATALE IN GRECIA

 AG.RF. (Viola Maria Garzoni Provenzani)

“Riverflash”- I greci hanno un innato senso della festa e tutto diventa occasione per sfoggiare i costumi tradizionali, per ballare e cantare, per mangiare e bere in compagnia. Ovviamente ogni regione e ogni città ha dei vestiti tipici e delle ricorrenze che la contraddistinguono.

La danza ha un ruolo molto importante nel mondo greco, rappresentando per la gente un modo di comunicare, di esprimere la gioia o il dolore, il proprio assenso o dissenso. Non a caso i balli popolari vengono comunemente chiamati con il sostantivo “dimotiko”, che in greco vuol dire appunto “del popolo”. Le danze greche più famose sono:

il “kalamatianòs”, la vera danza nazionale di cui parlava già Omero nelle sue opere e che si balla in cerchio, tenendosi per mano;

lo “zeimbèkiko”, di origine anatolica ha dei tratti arabeggianti;

il “chassàpikos”, propriamente danza del macellaio, che originaria di Costantinopoli;

il “syrtòs” un ballo molto diffuso sulle isole da cui deriva il “syrtàki”, comunemente riconosciuto come il ballo nazionale della Grecia.

In generale, molte delle tradizioni greche derivano dal mondo pagano e dal mito classico, a cui si aggiungono quelle della tradizione cristiana.
Una delle feste religiose più sentite in Grecia è la Pasqua, che prevede delle celebrazioni solenni e dei rituali che vengono osservati con grande rigore e rispetto. La celebrazione della liturgia di Resurrezione nella notte tra il Sabato santo e la Domenica di Pasqua, la tradizione della uova dipinte di rosso, la zuppa di frattaglie e l’agnello allo spiedo, sono tutti elementi distintivi della Pasqua greca.
Tra le feste laiche più festeggiate in Grecia ci sono il carnevale, festa di derivazione pagana che rappresenta il momento di puro divertimento prima del digiuno e della sobrietà della Quaresima e solitamente quindi si festeggia a febbraio; e le feste del vino che si svolgono da luglio a settembre un po’ in tutte le città della Grecia e ricalcano le antiche feste in onore di Dioniso, dio del vino.

Per i greci il Natale è una delle feste principali dell’anno, soprattutto dal punto di vista religioso (i Greci sono per la maggior parte ortodossi). Tutti i membri delle famiglie sono coinvolti nelle celebrazioni e i pasti sono a base di pietanze tradizionali.
Le festività natalizie vengono introdotte della festa di San Nicola il 6 dicembre e si protraggono fino a qualche giorno dopo l’epifania.

Una delle peculiarità del Natale in Grecia è che non c’è la tradizione di Babbo Natale e dei doni sotto l’albero, che non rappresenta un addobbo natalizio e al suo posto si usano modelli di barche a vela di legno decorati in modo speciale con tondini scintillanti e che evocano il mare, elemento onnipresente in Grecia.

Il 24 dicembre ai più piccoli viene regalato una sacca e un bastone con cui andranno in giro di casa in casa per cantare le tipiche canzoni di Natale, dette “calanda” accompagnati dal suono di piccoli strumenti musicali come il trigono (un triangolo in acciaio suonato da una bacchetta metallica) e ricevendo in dono frutta secca e biscottini, soprattutto i tradizinali “Kourabiedes”. A parte il loro contenuto religioso sulla nascita di Cristo, i canti esprimono anche auguri ed elogi al padrone della casa e a tutti i componenti della famiglia.
La sera poi c’è la tradizionale cena di Natale dove la famiglia si riunisce per consumare una cena propria dell’occasione, con pietanze che variano da regione a regione. Durante questa cena, le donne di casa presentano il tipico “Christopsomo”, che vuol dire letteralmente “pane di Cristo”; è infatti una pagnotta dolce di varie forme con decorazioni sulla crosta rappresentanti per lo più aspetti della vita familiare che verrà poi mangiato il giorno di Natale e per usanza spezzato dal capo famiglia.

Il 25 dicembre tutti i Greci si recano a sentire la messa, prima di riunirsi per ora e consumare un abbondante pranzo a base di specialità tradizionali: la “galopoula” (tacchino farcito con castagne, uvetta di Corinzio e noci o mandorle), accompagnata da patate al forno, il “gourounopoulo psito” (un porcellino arrosto in olio d’oliva e fatto cuocere a forno lento per circa 3 ore, e bagnato regolarmente col suo succo, acqua calda e succo di limone) e il “melomacarona” (dolce a base di noci e sciroppo di miele). Gli altri dolci tipici sono i “kourambiedes” (a base di burro, mandorle e ricoperti di zucchero a velo) e le “diples” (a base di miele e originari dell’isola di Creta).

Una credenza popolare, legata al Natale ed ancora particolarmente viva in Grecia, è quella dei “Kallikantzaroi”, che sono una specie di spiriti che vivono nelle viscere della terra e che cercano di estirpare l’albero che sorregge il mondo. Durante i dodici giorni che vanno dal Natale all’Epifania (24 Dicembre – 6 Gennaio), in Grecia si dice che le “acque sono sconsacrate” e quindi la leggenda narra con la nascita di Gesù l’albero muoia e i Kallikantzaroi escano dalle viscere della terra. Dopo l’Epifania l’albero che sorregge la terra nascerà di nuovo e i Kallikantzaroi faranno la loro comparsa.
 
Arriva poi il giorno di Capodanno, il giorno di San Basilio (corrisponde a Babbo Natale). Anche il 31 dicembre i bambini si recano di casa in casa per cantare e recitare versi di buon augurio per
il Nuovo Anno e tenendo in mano un melograno.
La notte di capodanno viene festeggiata in casa o fuori, con amici e parenti ma ciò che importa è che si festeggi._ Una tradizione greca vuole che allo scoccare della mezzanotte è consuetudine spegnere e riaccendere subito le luci per cacciare il vecchio anno e salutare quello nuovo.


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