AG.RF.(MP).21.12.2015
“riverflash” – Ci siamo, il Natale sta arrivando e in questo contesto, alcuni si lasciano trascinare dal suo spirito e altri, invece, hanno la ”sindrome di Scrooge”, (il personaggio del racconto ”Il canto di Natale” che odiava questa festa) e rimangono quindi, indifferenti e ostili. Il motivo?Gli studiosi dell’università di Copenaghen, hanno individuato un meccanismo nel cervello, diviso in diverse aree neurali, isolando lo spirito del Natale. Secondo quanto riferito da Bryan Haddock, autore dello studio, queste aree si attivano in maniera più intensa di fronte a immagini legate al Natale, ma solo nel cervello di persone che amano festeggiarlo e ne vivono lo spirito. Per il cervello dei tanti Scrooge (personaggio dickensiano che odiava il Natale), esso resta una ”sciocchezza” e l’attivazione di quelle regioni neurali è molto meno intensa. I ricercatori dunque, hanno voluto osservare se vi fosse una differenza nel cervello di persone che amano il Natale e di chi invece non ne segue la tradizione. Così hanno “arruolato” 20 individui, dieci amanti della tradizione natalizia e dieci no e li hanno sottoposti ad una risonanza magnetica mentre mostravano loro richiami natalizi. L’attivazione del cervello di amanti del Natale e di Scrooge è risultata molto diversa. Nei primi si attivano molto intensamente aree neurali non a caso già collegate in precedenti ricerche alla predisposizione alla spiritualità, alla tendenza all’autotrascendenza, all’empatia, e alla capacità di immedesimarsi negli altri. Queste aree sono regioni della corteccia motoria e premotoria (importanti per l’empatia), parte dei lobi parietali (per la spiritualità), parte della corteccia somatosensoriale (importante nella percezione di sensazioni come odori e sapori).
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