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IL MECCANISMO DI MAFIA CAPITALE NON RISPARMIA NEMMENO I BIMBI INVALIDI DELL’ANFFAS DI OSTIA

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AG.RF.(MP).13.06.2015

 “riverflash” – Speculare non solo sugli immigrati ma anche sui disabili. Il meccanismo di Mafia Capitale non ha risparmiato nessuno nemmeno i bambini invalidi assistiti dall’Anffas di Ostia.

Il gioco era semplice ma allo stesso tempo spietato: far fuori tutte quelle coop e associazioni che non facevano parte del sistema Buzzi-Carminati. Così dalle maglie dei giochi sporchi tra politica e criminalità organizzata a rimetterci è stata anche la struttura di via del Sommergibile che si occupa dell’assistenza sanitaria e socio integrativa di oltre 100 ragazzi, che oggi lancia l’allarme. I fatti risalgono a poco più di un anno fa, ma solo ora sono letti alla luce dell’inchiesta condotta dal gip Flavia Costantini. Nell’aprile del 2014, il Comune di Roma in una nota del Dipartimento dei Servizi Sociali inspiegabilmente revocò all’Anffas i locali di una bisca di Acilia.

LA CONFISCA

Il locale era stato confiscato alla mafia dopo l’omicidio di Emidio Salomone l’ultimo boss della Banda della Magliana sul litorale, freddato con due colpi di pistola proprio davanti all’ingresso della sala giochi. E dal 2011, affidato all’associazione. Tre anni dopo, il Comune se lo riprende. La giustificazione degli uffici capitolini fu lo stato di degrado dello stabile che il Campidoglio avrebbe accertato a seguito di verifiche. In realtà la struttura era già interessata da lavori di ristrutturazione e quel sopralluogo da parte dell’amministrazione non c’è mai stato. Anzi, l’immobile era stato addirittura inaugurato alla presenza di alcuni assessori a suggellare un messaggio di legalità per quel bene sottratto alla mafia. A firmare il provvedimento di revoca era stato il direttore dei servizi sociali del Comune Isabella Cozza, il cui nome oggi, compare più volte nelle carte del filone giudiziario “Mondo di Mezzo”. La dirigente, già allontanata dal sindaco Marino nel marzo scorso, secondo i pm avrebbe ottenuto quell’incarico attraverso un’azione «riconducibile al sodalizio mafioso», come scrive il gip nell’ordinanza per l’applicazione delle misure cautelari nei confronti di Carminati e Buzzi.

NUOVA LUCE

«Avevamo intuito che c’era qualcosa che non andava – dice Ilde Plateroli, presidente dell’Anffas- e non ci spiegavamo tutto questo accanimento contro di noi. Leggiamo quel tentativo di revoca in un’ottica diversa. Volevano mettere le mani sulla nostra struttura. Ma come si può inventare di sana pianta un’ispezione del Comune che non c’è mai stata?». Sul sopralluogo fantasma si stanno concentrando le indagini dell’autorità giudiziaria a cui Anffas si è rivolta più volte. Gli inquirenti stanno lavorando per accertare l’ipotesi di falso in atto d’ufficio. Isabella Cozza era arrivata ai servizi sociali capitolini pochi mesi dopo l’insediamento del sindaco Marino. «Ce l’avemo messa noi, ahò», dice Franco Figurelli, ex capo della segreteria del presidente dell’assemblea capitolina a Salvatore Buzzi, ras della cooperativa 29 giugno e braccio destro di Carminati. in una telefonata intercettata dai Ros. Secondo quanto scrive il gip nell’ordinanza «la sua nomina risulta comunque riconducibile agli interessi del sodalizio, tanto che Figurelli rassicurava che la dirigente nominata era una «persona fidata».

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