AG.RF.(redazione).28.04.2018
“ riverflash” – A Paganico Sabino, un bellissimo borgo dove il tempo sembra essersi fermato, il primo maggio si celebra ancora con un antico rito pagano: ritorno alla vita e la rinascita rappresentano l’allegoria del “Calendimaggio”, la ricorrenza tipica della tradizione contadina che nei secoli passati salutava l’arrivo della buona stagione dopo il freddo inverno; si tratta di un caratteristico paese della Valle del Turano, e questo appuntamento, collegato alla Sagra dei Vertuti, torna puntuale in occasione della Festa dei Lavoratori, il I maggio. L’usanza, affonda le sue radici nella notte dei tempi e si potrà trascorrere una piacevole giornata, in cui si fonderanno insieme a tanti momenti che fonderanno gastronomia, folclore e intrattenimento. L’evento inizierà alle ore 11 con l’apertura della mostra “Il cammino della memoria” e le esposizioni permanenti “Attrezzi della civiltà contadina” e “Arredi Sacri” presso la Sala San Nicola. Alle 11.30 sarà rievocato il “Kalènnemàju Paganichese”: rigorosamente digiuni, gli abitanti del posto immergeranno tre ghiere di noci in un bicchiere colmo di vino pronunciando “San Félìppu e Jàku, faccio a Kalènnemàju, se mòro affonno, se nò ritorno”; se le noci resteranno a galla, quella in arrivo sarà un’ottima stagione per il raccolto. I prodotti tipici della zona saranno in bella mostra negli stand allestiti per l’occasione e i visitatori – che avranno a disposizione anche un comodo servizio gratuito di bus navetta – potranno visitare il Belvedere della Rocca, seguendo il percorso pilota dalla Torre Portaia; ammireranno così i boschi di querce, castagneti secolari e faggeti che circondano Paganico Sabino, un paradiso naturalistico che in primavera si veste dei suoi colori più sgargianti. Tra la Riserva Naturale Monte Cervia e il Monte Navegna, il borgo a due passi dal Lago del Turano ha mantenuto l’aspetto di un “castrum” medioevale, con l’ingresso segnato da due porte che conducono tramite strettissime viuzze nel centro storico dominato dalla chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione. Meritano una visita anche la parrocchiale San Nicola e la chiesa di San Giovanni Battista, mentre a poca distanza dall’abitato sorge la suggestiva “Pietra Scritta”, monumento funerario della famiglia dei Muttini risalente alla seconda metà del I secolo a.C. Successivamente, la festa si sposterà poi in tavola con la 28esima edizione della “Sagra dei Vertuti”, una zuppa di legumi e cereali (fagioli, ceci, fave, grano e granturco) aromatizzata con foglioline di timo selvatico e condita con l’olio d’oliva della Sabina, da gustare insieme ai maccheroni al pomodoro, alle salsicce, alle bruschette e a un buon bicchiere di vino nel centro diurno con posti coperti da capienti tensostrutture.
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