AG.RF 08.12.2015 (ore 20:18)
(riverflash) – Un debito di 42 milioni, quello che gli attuali amministratori di Livorno, hanno ereditato dalla passata gestione PD. Un debito che farebbe tremare i polsi a chi non ha alle spalle una banca, come il Monte Paschi Siena, che non chiede la ristrutturazione del debito.
Parliamo della municipalizzata incaricata di raccogliere e smaltire i rifiuti a Livorno, la Aamps, che su 4 dipendenti aveva 3 dirigenti e 1 operaio. Dirigenti che costavano 120.000 euro l’anno, spesso provenienti da Sindacati e dai partiti di sinistra e centro. Il discorse sempre lo stesso: “Io ti trovo il lavoro, ti sistemo bene e tu in cambio mi voti”. Quando Filippo Nogarin (M5S), sindaco di Livorno, ha firmato un concordato con la Aamps, salvando il posto ai lavoratori, il malumore di sindacalisti si è fatto pesante. Mucchi di rifiuti in strada, cassonetti strapieni. Immagini subito diffuse dai giornali filogovernativi e anti 5 Stelle, che poi sono la stessa cosa, mentre il Tg televisivi aprivano le loro edizioni con “Lo sfacelo di Livorno”. All’opposizione il PD, con Forza Italia solita stampella insieme a dissidenti grillini che avevano scambiato il MoVimento per un partito di sinistra, senza comprendere che sinistra e destra sono termini obsoleti. La lotta politica oggi è tra chi vuole mantenere l’attuale stato di cose e chi vuole cambiarlo profondamente. A Livorno la giunta Nogarin ha varato il progetto sperimentale di un “reddito minimo di dignità” prevede uno stanziamento di circa 300mila euro da destinare per sei mesi – tramite bando – a un centinaio di famiglie che si trovano in difficili condizioni economiche e realizzato grazie ai fondi del settore sociale: nessuna spesa aggiuntiva. Inoltre nel territorio labronico, fino ad oggi dominato dai supermercati Coop, legati alle cooperative rosse, è sbarcato un nuovo marchio la Esselunga, proprietario di un terreno dal 2003 in attesa di una delibera da 10 anni per una variante al piano urbanistico. La giunta Nogarin ha avviato la procedura per legalizzare la nascita di un supermercato che contrasti lo strapotere delle Coop rosse.
Non grandi cose, ma quando si ereditano comuni gestiti dai partiti che sono al governo o lo puntellano, è difficile amministrare senza sfoltire la clientela. Il M5S si contrappone alle promesse con i fatti: i parlamentari si sono tagliati lo stipendio, con quei soldi sono partite nuove imprese medie o piccole creando posti di lavoro. Tra senatori e deputati a 5 Stelle non ci sono indagati, a differenza di altri partiti. Enrico Letta, nella sua breve permanenza a Palazzo Chigi assicurò che il PD si sarebbe tagliato gli stipendi dei parlamentari, ma nessuno lo ha fatto. Bugie come la chiusura di Equitalia, mai avvenuta. La gente è stanca di bugie e trionfalismi, ma chi comanda da anni e vuole continuare a comandare ha paura del M5S perché i suoi esponenti non sono né bugiardi e né corrotti. Inoltre, non avendo sponsor elettorali da ricompensare, possono muoversi con le mani libere. Per contrastarlo arriva il diktat «Non sanno governare». A Roma Alfio Marchini è il candidato sindaco che destra e sinistra si contendono, quello da appoggiare in un eventuale ballottaggio con un 5 Stelle. Alessandro Onorato, eletto al Comune di Roma nella Lista Marchini, ha provveduto a diffondere il diktat: “Il M5S non è in grado di governare, basta vedere quello che succede a Livorno, dove la demagogia rischia di creare un danno enorme alle tasche dei cittadini. Avessero fatto la stessa cosa a Roma, portando Ama al fallimento concordato, le Banche avrebbero preso i soldi che vantano nei confronti di Ama, i lavoratori sarebbero stati licenziati e i rifiuti si sarebbero si sarebbero ammassati nelle strade fino all’intervento dell’esercito”.
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