di Valter Chiappa (AG.RF 09.01.2015) ore 15:15
(riverflash) – Quanto accaduto a Parigi si presta ad un giudizio univoco.
Non ci sarà obiezione sia per la gravità del fatto, ma anche perché, diciamolo, il nemico non ci piace: oggi possiamo concederci un po’ di sana e troppo soffocata intolleranza.
Ma se la vignetta incriminata fosse quella che vi sto postando?
Io, che non identifico la mia credenza in nessuna Trimurti, sarei comunque infastidito, perché in quel Padre, in quel Figlio, in quello Spirito Santo riconosco il Dio dei miei genitori. Ora, fortunatamente, i fondamentalisti cattolici sono molti di meno di quelli islamici e magari rinchiusi in qualche enclave dell’interno degli Stati Uniti.
Ma se questa vignetta avesse provocato qualche reazione sconsiderata, quale sarebbe stato il giudizio? Penso non unanime e penso non a torto.
Le religioni sono probabilmente qualcosa di orribile ed ormai antistorico e forse aveva ragione John Lennon nell’auspicare un mondo senza di esse. Ma la religione è una attività antica come l’uomo; anzi è forse insita nella stessa natura umana e come tale va rispettata. Dovunque nel mondo e in qualsiasi epoca, uomini hanno ucciso in nome Dio, Patria e Famiglia. Perchè questa triade sia inviolabile, potranno spiegarlo meglio gli studi di qualche antropologo culturale, ma lo è.
E allora è da chiedersi dove sia da porre il limite.
La religione può non piacerci, come tutto ciò che metterebbe ordine nelle nostre vite; preferiamo concedere potere assoluto alla satira, che, essendo per definizione contro tutti, gratifica la generazionale scelta di non scegliere. Ma anche noi, se vedessimo violare la nostra casa o attentare ai nostri figli, forse imbracceremmo il fucile; ora dobbiamo ammettere, mai giustificare ovviamente, che qualcuno possa farlo se vede offeso il suo Dio. Questo è il limite.
Altrimenti, conferendo alla libertà di espressione la stessa intoccabilitá che si vuole totale, il rischio è quello di sostituire un Dio con un altro. Non è così! Se non si crede in Dio, coerentemente non deve esserci nulla di totale, nulla di assoluto, nulla di vero a prescindere; altrimenti si ricade nell’errore di voler imporre un proprio credo.
Ma se Dio c’è, o fino a quando ci sarà un Dio per qualcuno, con Dio, in quanto Dio, non si deve scherzare.
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