AG.RF 19.03.2014 (ore 15:05) di Giuseppe Licinio
(riverflash) – Si discute a Montecitorio sulla conferma della tassa di concessione governativa (TCG) sui telefoni cellulari. Il Governo Renzi e la maggioranza che lo sostiene hanno espresso parere favorevole a questa norma e ciò potrebbe condizionare la decisione della Suprema Corte di Cassazione in merito alla legittimità della tassa di concessione governativa sui telefoni cellulari.
Se passerà gli italiani possessori di telefonino continueranno a pagare un’imposta annua di 62 euro per il solo fatto di possedere un cellulare e se sei un imprenditore l’imposta lievita a 155 euro.
Possedere è un reato e i beni che non possono scappare vengono massacrati di tasse per mantenere il posto di lavoro a tanti statali da riempire una città come Napoli. Quasi due milioni le persone che prendono lo stipendio direttamente dallo Stato, a cui aggiungere quelli che lo prendono indirettamente con casse integrazione straordinarie, sovvenzioni ai moribondi giornali cartacei e finanziamento pubblico dei partiti.
La gestione del posto di lavoro è il tesoretto del PD, come lo era per PCI e DC nel secolo scorso. In Commissione Telecomunicazioni solo il MoVimento 5 Stelle si è dichiarato favorevole all’eliminazione dell’imposta sui cellulari. Nella relazione sostenuta dal Governo Renzi non convincono le cifre dell’eventuale ammanco, infatti il Governo stima 8 miliardi mentre la sezione tributaria della Corte di Cassazione parla di 3 miliardi e mezzo. La norma interpretativa ambigua è quella presentata in Commissione Telecomunicazioni in cui si equipara il cellulare, anche se loro lo chiamano “apparecchiatura terminale per il servizio radiomobile terrestre di comunicazione” alle stazioni radioelettriche su cui si applica la tassa.
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..