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IL “FORO ROMANO”

 

(riverflash) – All’epoca dell’imperatore Costantino, il foro romano presentava il Campidoglio in alto, in posizione dominante ed  a sinistra le pendici del colle Palatino. La valle del foro fu luogo d’incontro e di traffici fin dall’età del ferro: le comunità di pastori che popolavano i colli vi seppellivano i loro morti, come testimonia il sepolcreto presso il Tempio di Antonino e Faustina.

I primi templi, semplici edifici in legno, vi sorsero nell’epoca dei re: le più antiche divinità venerate furono Vesta, Giano e Saturno. Durante la repubblica, oltre ai commerci, vi si teneva ogni tipo di cerimonia pubblica: riunioni pubbliche, cause, processioni, trionfi, esecuzioni capitali e combattimenti di gladiatori.

Gradualmente il centro dei traffici si trasferì altrove, lasciando posto alla vendita delle merci più pregiate, mentre le cerimonie religiose si tenevano soprattutto sul Campidoglio.

Il foro fu riservato alla elezione dei magistrati, alle cause e all’affissione dei bandi; i comizi si spostarono nel Campo  Marzio.

Dopo la seconda guerra punica, la piazza aveva già preso l’aspetto di centro monumentale: vi sorgevano numerosi templi e tre basiliche: la Opimia, la Porcia e la Fulvia.

Nel 121 a. C. fu eretto un arco (Fornix Fabianus) a cavallo della Via  Sacra tra la Regia ed il Tempio di Vesta, che delimitava il foro verso oriente, mentre il lato occidentale venne chiuso nel 78 a. C. dal Tabularium, la maggiore opera architettonica dell’epoca di Silla.

Un completo rinnovamento fu iniziato da Cesare che vi costruì la Basilica Giulia dopo aver demolito la  Sempronia e spostò l’orientamento del Comizio e della Curia, completata da Augusto.

All’imperatore  Augusto si deve il Tempio del Divo Giulio  e la ricostruzione del Tempio della Concordia e del Tempio dei Dioscuri. Con Cesare prima, e maggiormente con Augusto, il centro delle attività pubbliche si spostò gradualmente dal Foro Romano ai Fori Imperiali.

Domiziano, Traiano e Adriano sistemarono il  lato meridionale del foro, dal quale si accedeva alle fabbriche imperiali sul Palatino; una nuova zona (Forum Adiectum) si era aggiunto sul lato orientale, portando il limite del foro sulla collina della Velia, all’altezza dell’Arco di Tito.

La Basilica di Costatino o Massenzio  segna la fine delle grandi opere edilizie: la proibizione dei culti pagani e la chiusura dei templi ne provocarono la rovina, accelerata dai saccheggi dei Goti nel 410 e dei Vandali nel 455. Alcuni templi furono trasformati in chiese, mentre ebbe inizio un’opera sistematica di demolizione che andò aumentando di intensità col passare dei secoli, toccando la punta massima nella metà del Cinquecento.

 

di  Lauretta Franchini (AG.RF.16.04.2013)

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