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IL DISCORSO DI FINE ANNO, A RETI TV UNIFICATE, DI GIORGIO NAPOLITANO

AG.RF  01.01.2014  (ore 00,58)

(riverflash) – Ottava volta ed è un record assoluto. Da quando la Repubblica ha preso nel 1946 il posto della Monarchia in Italia, nessun Presidente è andato oltre i 7 anni di mandato. A reti unificate sulle principali tv italiane Giorgio Napolitano, con una voce meno stentorea degli anni passati che rivela le 88 primavere, inizia ad arringare i telespettatori: “L’anno che sta per terminare è stato tra i più pesanti e inquieti che l’Italia ha vissuto da quando è diventata Repubblica. L’anno che sta per iniziare può e deve essere diverso per il Paese e per quanti hanno sofferto duramente. Non passerò in rassegna i tanti problemi da affrontare cercherò di mettere in evidenza i pensieri che ho letto nelle tante lettere che ho ricevuto”.

Napolitano cita alcuni messaggi di chi ha perso il lavoro e non riesce a ritrovarlo: “Vincenzo, 61 anni, scrive dalle Marche, imprenditore che ha visto chiudere la sua fabbrica: Adesso sono disoccupato, i sacrifici non ci spaventano ma non può essere che solo i semplici cittadini siano chiamati a fare sacrifici. Daniela, dalla provincia di Como, racconta la storia del suo fidanzato disoccupato, giovane per la pensione, troppo vecchio, però, per lavorare”. Quindi il Presidente della Repubblica tocca la grave situazione degli esodati: “Mi hanno scritto persone che vicino al racconto della loro storia, evidenziano un alto senso dello Stato. Tanti italiani che davanti alle difficoltà, sotto il peso della crisi e della drammatica mancanza di lavoro, continuano ad aver rispetto della Nazione e sembrano, quasi, gridare: Io credo nell’Italia ma l’Italia crede in me?”.

Napolitano ha poi ringraziato chi gli ha scritto, chi l’ha criticato, affermando di trarre da ogni lettera, da ogni racconto, spunti per agire nei limiti delle proprie funzioni. Il messaggio presidenziale di fine d’anno è condito di speranza: “Il coraggio degli italiani è l’ingrediente decisivo per trovare la forza di risalire la china e praticare solidarietà attraverso gesti ed azioni efficaci. Il coraggio e l’impegno di tanti semplici cittadini per arginare i drammi di Lampedusa. Coraggio infine di intraprendere e innovare: quello che mostrano creando imprese più donne, più giovani, più immigrati che nel passato”. Oltre al coraggio serve la forza di sopportare per affrontare la crisi, sostiene il Capo dello Stato: “Non vanno dimenticati i diritti umani e fondamentali compresi quelli che purtroppo sono negati oggi in Italia a migliaia di detenuti nelle carceri sovraffollate e degradate. Diritti riconosciuti in una «Europa Unita» che ha significato un sempre più ampio riconoscimento di valori che determinano la qualità civile delle nostre società. Valori come quelli, nella pratica spesso calpestati, della tutela dell’ambiente, basti citare il disastro della Terra dei fuochi, del territorio, del paesaggio”.

Il Capo dello Stato diventa assertivo nei confronti della maggioranza di intese quasi larghe che lo sostiene: “La politica deve cambiare, servono sacrifici dai politici per dare risposte qui e subito sul futuro dei giovani Alla fatica sociale si richiedono lungimiranti e continuative scelte di governo, con le quali debbono misurarsi le forze politiche e sociali e le assemblee rappresentative, prima di tutto il Parlamento, oggi più che mai bisognoso di nuove regole per riguadagnare il suo ruolo centrale”.

Napolitano ha spiegato perché ha accettato un secondo mandato e ha risposto alle critiche di cui è fatto oggetto dal MoVimento 5 Stelle: “Ho assolto il mio mandato raccogliendo preoccupazioni e sentimenti diffusi tra gli italiani. Sempre mirando a rappresentare e rafforzare l’unità nazionale, servendo la causa del prestigio internazionale dell’Italia, richiamando alla correttezza e all’equilibrio nei rapporti tra le istituzioni e i poteri dello Stato. Resterò presidente fino a quando la situazione del Paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile e fino a quando le forze me lo consentiranno. Fino ad allora, e non un giorno di più, e dunque di certo solo per un tempo non lungo. Sono attento a considerare ogni critica o riserva, obiettiva e rispettosa, circa il mio operato ma, non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, da ingiurie e minacce. Nessuno può credere alla ridicola storia delle pretese di strapotere personale”.

Una sponda al Papa prima di concludere: “A una comune responsabilità per le sorti del mondo ci ha richiamato, nei suoi messaggi natalizi e per la giornata mondiale della pace, Papa Francesco con la forza della sua ispirazione che fa leva sul principio di fraternità e che sollecita anche scelte coerenti di accoglienza e solidarietà verso quanti fuggono da guerre, oppressioni e carestie cercando asilo in Italia e in Europa”.

Napolitano conclude il suo intervento televisivo con un augurio agli italiani: “Nel 2014 spero di poter vedere decisamente avviato un nuovo percorso di crescita, di lavoro e di giustizia per l’Italia e almeno iniziata una incisiva riforma delle istituzioni repubblicane”.

 

napolitano fine anno

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