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IL DERBY DI MADRID METTE IN GIOCO TANTE TEMATICHE

di Sergio Levinsky (AG.RF 24.09.2023) ore 16,43

(riverflash) – La sensazione generale è che in questo classico madrileno, o “derby”, come si dice in gergo, tra Atlético de Madrid e Real Madrid, sembra che possa definire diverse cose riguardo al campionato in corso, anche se entrambe hanno ancora la Champions League – niente di meno – e la Copa del Rey.

Abbiamo avuto l’opportunità, venerdì scorso, di essere presenti alla presentazione di questa partita, 

che chiude la sesta giornata della Liga organizzata da “Legends”, un’istituzione presieduta da un argentino, Marcelo Ordás, uno dei maggiori collezionisti mondiali di oggetti calcistici che ha allestito un edificio di sette piani nel cuore della Puerta del Sol, nel centro di Madrid, che ha invitato due ex giocatori emblematici del campionato come il tedesco Bernd Schuster e Milinko Pantic, ed entrambi hanno concordato che la partita di domenica sera in Spagna, allo stadio Metropolitano, è molto più importante per i “colchoneros” che per i “merengues”.

E se questo è il pensiero diffuso, non è perché lo sia, ma per ragioni storiche e attuali. Sia Schuster (che conosce molto bene il calcio spagnolo perché ha vestito le maglie di Barcellona, ​​Real Madrid e Atlético Madrid) che Pantic (membro della squadra biancorossa che vinse il famoso “Double” -liga e Copa del Rey- nella stagione 1995/96 con Luis Aragonés come allenatore e Diego Simeone come leader in campo) ha evidenziato di notare una certa ossessione dell’Atlético nel battere i cugini della stessa città.

Pantic ha detto che nonostante abbia formato una grande squadra dell’Atlético negli anni Novanta, non è mai riuscito a battere i bianchi. Hanno dominato, hanno attaccato, ma sempre un errore, un incidente, una disattenzione, hanno finito per far crollare tutto e si sono ritrovati con un risultato pessimo, lontano da quello che avevano sognato e progettato. Entrambi (Schuster ha aderito all’idea) ritengono che questi fallimenti siano dovuti proprio a quell’ossessione di vincere che spesso si offusca e ancor più quando il rivale che la conosce, gioca tranquillo.


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