AG.RF.(MP).25.11.2016
“riverflash” – Addio a Equitalia e rottamazione delle cartelle esattoriali. E’ questa la più “consistente” novità del decreto fiscale che ora, è diventato legge. C’è stato dunque il sì definitivo del Senato che ha convertito in legge il testo, già passato alla Camera, passato con 162 voti favorevoli, 86 voti contrari e un astenuto. La notizia che interessa di più, è dunque la definizione agevolata delle cartelle esattoriali affidate agli agenti della riscossione fra il 2000 e il 2016, con pagamento intero della tassa e sconti su interessi di mora e sanzioni. Sarà possibile pagare a in cinque rate, tre nel 2017 e due nel 2018. Per quanto riguarda le operazioni Iva, ci sarà una una stretta sugli adempimenti relativi a Spesometro e comunicazione liquidazioni periodiche, che diventano trimestrali. Per questo motivo, i commercialisti annunciano una manifestazione e lo sciopero. Ci sono anche due crediti d’imposta, uno di 100 euro per l’aggiornamento tecnologico e un altro di 50 euro, utilizzabile una sola volta, per la fatturazione elettronica. Dal 2017 gli studi di settore, diventano indicatori di compliance fiscale, le cui modalità attuative, verranno fissate da decreto ministeriale. I termini (voluntary disclosure bis), per aderire all’emersione di capitali, saranno riaperti fino al 31 luglio 2017 e anche qui si pagano interamente le tasse mentre ci sono sconti sulle sanzioni e un condono penale per i reati di evasione. Sanabili le violazione commesse fino al 30 settembre 2016, procedura aperta anche a coloro che avevano già aderito alla voluntary disclosure 2015. Infine, ci sarà l’incremento del Fondo di Garanzia PMI, più tempo per la dichiarazione integrativa, niente tasse per le spese di viaggio di piccoli imprenditori, rinnovo automatico della cedolare secca, agevolazioni per l’accesso al credito imprese agricole, mentre è stata stralciata la norma che consentiva di pagare un’imposta forfettaria del 27% ai contribuenti in regime dei minimi che sforano il tetto di reddito, entro determinati limiti.
Fonte: il decreto fiscale
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