AG.RF.(MP).31.10.2015
“riverflash” – “Muoia Sansone con tutti i Filistei…”. E’ tutta in questa frase la storia di Ignazio Marino che, sfiduciato “dai suoi”, non è arrivato nemmeno al confronto in aula per spiegare le sue ragioni, visto che 26 persone della sua giunta, hanno subito rassegnato le dimissioni, raggiungendo così il numero minimo per poter far “cadere” l’ex sindaco. E allora una volta caduto lui, perché non parlare a ruota libera e tirare giù tutti? “Dal Pd ho ricevuto 26 coltellate, decise da solo mandante”, ha dichiarato nella Conferenza stampa, seguita all’annuncio della fine del suo mandato, “Il Pd ha perso il suo nome e il suo dna”, ha aggiunto “Speravo che la crisi si potesse chiudere nell’aula, unico luogo democratico di confronto, in modo da poter spiegare con un dibattito chiaro e trasparente cosa stesse accadendo. Invece si è preferito andare dal notaio, così gli eletti sono stati ridotti a meri ratificatori di decisioni prese altrove”. Non le manda a dire dunque Marino e si scaglia in modo inequivocabile, contro Matteo Renzi, creando quindi una frattura insanabile con il partito che lo aveva sostenuto affinchè fosse eletto sindaco di Roma. “I consiglieri hanno preferito dimettersi e sottomettersi invece di affrontare un discorso pubblico”, ha proseguito, ma la città di Roma, con me è diventata virtuosa, dando spazio all’autoincensazione: non dimenticate l’eredità scomoda che ho ricevuto… ma nonostante ciò, ho adottato provvedimenti importanti quali la pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali, la fine dell’era dei residence, la candidatura della capitale per le Olimpiadi del 20124, l’approvazione del progetto per il nuovo stadio della Roma e inoltre, abbiamo smesso di consumare suolo e riempire di cemento l’agro romano….forse questo ha disturbato qualcuno….”. Parole dure e pesanti, perché non avendo più nulla da perdere, l’ex primo cittadino di Roma, ci è andato giù pesante ed ha preferito togliersi tutti i sassolini dalle scarpe: “Sicuramente ho commesso degli errori come li commettono tutti, ma avrei parlato al Partito democratico, il partito che ho fondato e che oggi più mi ha deluso per il comportamento dei suoi dirigenti. Perché il Pd ha rinunciato ai principi della democrazia rinunciando al suo nome e al suo dna“. Marino poi ha risposto alle domande dei giornalisti, ribadendo che il mandante di tutta questa situazione è stato “solo”, Matteo Renzi, con il quale ha confessato di non avere contatti da un anno. Insomma, si è trattato di un’autodifesa a tutto campo, la difesa di un uomo che è stato “ingiustamente” condannato…. In primo luogo dal Papa: “Io non ho invitato nessuno….(in riferimento al viaggio in America)” e successivamente abbandonato da tutti, dopo due mesi di tira e molla, bugie e ritrattazioni che sicuramente hanno nuociuto alla sua già poco positiva immagine…. E ieri si è fatto sentire anche il premier Renzi, che ha commentato: “Marino non è vittima di una congiura di palazzo, ma un sindaco che ha perso contatto con la sua città, con la sua gente…”, liquidando così la questione, in due parole. E sarà ora, Francesco Paolo Tronca, attuale prefetto di Milano, il commissario straordinario che guiderà la Capitale da questo momento in poi, fino all’elezione del nuovo sindaco: sembra essere lui l’uomo giusto per “traghettare” Roma nell’anno del Giubileo, giusto, dopo aver guidato la prefettura di Milano nel periodo dell’Expo. Si tratta di un riconoscimento per il lavoro per Expo ed un auspicio affinché quella esperienza positiva venga replicata in occasione del Giubileo.
Categoria: Politica | Tag: "riverflash RF", commissario straordinario, consiglieri, dimissioni, errori, game over, giunta, Ignazio Marino, Matteo Renzi, paolo tronca, PD
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