13 Lug 2013
I GIARDINI NEL SETTECENTO >>
(riverflash) – Seguendo l’inclinazione che domina nel Settecento l’architettura e le arti decorative, anche il disegno dei giardini tende a farsi più semplice e di tono più pittoresco e meno maestoso, sfondo ideale per scene galanti e arcadiche conversazioni.
Al posto delle rigide e ordinate scansioni di viali e di aiuole, prevale la scelta di ampi tappeti erbosi piani o inclinati, come nello splendido parco disegnato da Vanvitelli nel 1752 nella reggia di Caserta ancora nella scia del gusto di Versailles, o di quello del castello di Marly, a opera di Coysevox, poche e basse costruzioni decorate con capricciosi motivi di rocaille, disseminate statue di Venere, Diana ed Apollo, giochi d’acqua e gradinate a più rampe dal profilo sinuoso.
Il principio è quello di sottomettere l’arte, ovvero l’architettura, alla natura, intesa non come vera vegetazione spontanea ma come dosata alchimia d’apparente casualità.
di Lauretta Franchini (AG.RF.13.07.2013)