23 Giu 2013
I CACCIATORI UCCIDONO, OLTRE ALLA SELVAGGINA, CIRCA 20.000 ANIMALI DOMESTICI ALL’ANNO
(riverflash) – I cacciatori oltre a uccidere la selvaggina, ogni tanto si uccidono tra loro e a volte uccidono tutto ciò che si trova sulle traiettorie dei loro proiettili. Bersagli casuali che hanno la sfortuna di trovarsi tra la canna di un fucile e una preda designata a morire. Secondo i dati ogni anno i cacciatori uccidono 5.000 loro cani a colpi di pallettoni, ed almeno il triplo di animali domestici, in particolare gatti e piccoli cani ma anche oche e galline. Il record tra le province di Brescia e Cremona, seguite da Lucca e Grosseto. Del resto Toscana e Lombardia sono le regioni italiane dove la caccia ha il maggiore numero di praticanti.
In Italia il numero dei cacciatori registra un andamento decrescente essendo passati da 1.701.853 nel 1980 (3% dell’allora popolazione italiana) a 751.876, nel 2007 (1,2% dell’attuale popolazione italiana) con una drastica riduzione del 55,8% (57,9% in rapporto alla popolazione italiana). Attualmente, la maggior parte dei cacciatori ha un’età compresa tra i 65 e i 78 anni, e l’età media è in aumento.
Un dato positivo visto che ogni anno quelli che praticano l’attività venatoria uccidono circa 20.000 animali domestici che con la caccia non hanno nulla a che fare e tra questi 5.000 cani di loro stessa proprietà, circa 12.000 gatti e altri 3.000 tra cani ed altri animali domestici che si trovano sulla traiettoria dei loro fucili. A ciò va aggiunto che il problema del randagismo è alimentato dai cacciatori che, a fine estate, provano i cani nati o acquistati l’anno prima e, se li ritengono privi di fiuto venatorio, non si fanno scrupoli a mollarli. Parliamo dei più fortunati perché c’è anche chi ha sorte peggiore e finisce il suo primo giorno di caccia e la sua vita con una fucilata.
AG.RF 23.06.2013