21 Apr 2016
Grazie Ronit Elkabetz! Omaggio ad un attrice con una marcia in più
di Luigi Noera – 21 aprile. Qualche giorno fa è venuta a mancare prematuramente la nota attrice e regista israeliana di origine marocchina, sempre in bilico tra cinema nazionale e cinema francese Ronit Elkabetz. Vogliamo ricordarla per quello che la vita ci ha regalato di lei: il cinema. Nella sua breve carriera ha vinto tre Ophir Awards e ha ricevuto ben sette nominations al premio stesso. La sua famiglia di origine marocchina era di religione ebraica. I genitori immigrati dal Marocco si trasferirono in Israele dove nasce Ronit che da sempre era alla ricerca delle proprie radici. Le sue fondamenta e la sua cultura sono pluralistiche, ma la sua vita è legata ad Israele. A ventisei anni, senza aver seguito alcuna scuola di recitazione, partecipa ad un provino e ottiene il ruolo principale in Hameyu’ad (1990). I primi risultati concreti arrivano dieci anni dopo con Hatuna Meuheret (Matrimonio tardivo) e viene premiata come miglior attrice dall’Israeli Film Academy e dal Buenos Aires International Film of Indipendent Cinema. Con il film Or (Mon tresor) di Keren Yedaya (2004) al Bratislava International Film Festival vince Un Grand Prix ed anche una menzione speciale dalla Giuria FIPRESCI ed il premio del pubblico al Festival di Venezia, per il suo ruolo di E prenderai moglie (2004) all’Hamburg Film Festival, del quale è anche regista assieme al fratello Shlomi Elkabetz. Molti altri premi li riceverà per Bikur Ha-Tizmoret (2007), Shiva (2008), The girl on the train (2009) con la Deneuve, Ashes and Blood (2009, esordio alla regia di Fanny Ardant), Mabul (2010) e l’ultimo Gett (2014), di cui è anche regista e sceneggiatrice. Quest’ultima pellicola, che colpisce per gli sguardi silenziosi della protagonista e della sua caparbietà a essere alla pari dell’ex marito davanti ad un tribunale religioso, narra il processo di Viviane Amsalem, una donna che per cinque anni ha cercato di ottenere il divorzio dal marito. Tra i suoi film più recenti da lei diretti ricordiamo oltre appunto a Viviane (Gett le Procès de Viviane Amsalem) anche Les sept jours ovvero i vecchi rancori di una famiglia. Ci piace ricordare poi quelli interpretati come Invisible di Michal Aviad, The Flood Yoni di Guy Nattiv, Turk’s Head di Pascal Elbé, Jaffa di Keren Yedaya, Alila di Amos Gitai che narra tramite gli abitanti di un condominio, la vita provvisoria di Israele, e La banda di Eran Kolirin. Film comedy, denso di valore, che racconta Israele con umorismo, sentimento e nostalgia. Con questo vissuto di attrice è indubbio che lascia un vuoto nel cinema israeliano ed internazionale. Ciao Ronitz!