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GOVERNO: MATTEO RENZI E LE 3 IPOTESI

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AG.RF.(MP).10.02.2014.(ore 5.43)

“riverflash” – Matteo Renzi, in un’intervista ad Agorà su rai 3, ha parlato ieri delle “precarie” condizioni in cui versa attualmente l’esecutivo ed ha illustrato le sue 3 possibili soluzioni. Il segretario del Pd, ha aperto l’intervista scartando innanzitutto l’ipotesi di andare a Palazzo Chigi senza elezioni “ma che ce lo fa fare?”. Senza la legittimazione del voto dunque, egli non intende andare al governo e ribadisce di non averlo mai chiesto, piuttosto ha spiegato le “sue” possibili soluzioni che sono sostanzialmente 3: la prima è quella di andare avanti con il governo Letta che dura 18 mesi, la seconda: andare a votare e la terza: far sì che la legislatura vada avanti fino al 2018, con un progetto totalmente diverso. Ecco perché Renzi vuole che sia chiaro ora, il pensiero del premier Letta: “se vuole cambiare lo dica; prima di ragionare sui nomi, parliamo degli schemi: io sono questo esecutivo fino al 2018”. Dunque servirà un rimpasto o un Letta bis? Il sindaco di Firenze ha chiaramente fatto intendere di non essere intenzionato a fare la fine di D’Alema, pur essendo consapevole che per andare avanti, occorre cambiare: egli teme che un rimpasto potrebbe essere fallimentare e alla fine trasformarsi in un Letta bis, con un esecutivo nuovo ma un “trainer” già sperimentato. Il nodo da sciogliere quindi, non è dei più semplici; per questo quindi, il prossimo martedì 11 febbraio, Enrico Letta incontrerà Giorgio Napolitano, per sedersi con lui attorno ad un tavolo e provare a risolvere il rebus del governo. Ma non è solo questo il problema, perché rimangono ancora alcune poltrone da occupare, quali quella dell’Agricoltura (dopo l’addio di Nunzia De Girolamo per l’indagine sulla Asl di Benevento, Letta ha preso l’Interim), del vice dell’Economia (lasciata libera da Stefano Fassina) e anche del vice della Farnesina (l’azzurro Bruno Archi è uscito dal governo dopo lo strappo di Fi).  Ma più delle poltrone vuote, preoccupano le polemiche che investono alcuni dicasteri più esposti: tra i nomi oggetto di critiche soprattutto da Forza Italia, quello del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo economico,(vicino alla renziana Debora Serracchiani), per la vicenda Electrolux.

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