di Francesco Angellotti (AG.RF 21.03.2016) ore 17:20
(riverflash) – La Musica si suddivide in infiniti generi, dalle più diverse estrazioni, con risultati e significati che si modificano senza similitudine alcuna. Ma il ceppo, la radice, si può considerare unica, rifacendosi all’affermazione scherzosa, ma pur sempre inconfutabile, che sette son le Note. E, come le metti, quelle sono.
L’America, intesa come USA, grande com’è nella sua estensione, quando esegue un’impresa, di qualsiasi genere, produce un’esecuzione proporzionata, quindi tutto è Grande. Tante cose, indubbiamente, gravi e riprovevoli: tipo la Guerra, le Speculazioni, il Dominio spacciato per Aiuto, l’Estrazione del Petrolio… ma anche tante altre bellissime e indirizzate verso lo Sviluppo: la Scienza, la Ricerca, le Innovazioni, la Dedizione verso la Natura, l’Arte, la Musica; si, anche la Musica, perché antiche sono le tradizioni ed amplissimi gli sviluppi.
Ciò vuol dire che, anche scegliendo un genere, un Autore, se è Grande, non può e non deve trascurare quello che sembra sia il messaggio che si apprende nell’organicità musicale. Non è facile riuscire ad unire tanti generi e tante impostazioni, senza svolgere un papocchio che fa male alle orecchie nel sentirlo; ma se si riesce a svolgere una composizione ricca di un ampliamento nei generi, ma organica e melodiosa, il risultato musicale è bellissimo.
Questo discorso è stato interpretato dall’Associazione Culturale Araba Fenice, che ha presentato un concerto dedicato al compositore George Gershwin intitolandolo: “lo charme dello swing!”. Sono stati fatti ascoltare famosissimi brani, che appartengono al repertorio Classico, ma si possono considerare stile “swing”. Questo genere, caratteristico della musica jazz, richiama il concetto del “dondolio”; infatti in inglese dondolare si dice “to swing”. Tutto avviene suonando note terzinate su tempi binari. Avete capito? Facciamo un esempio: due crome, cioè note da un ottavo, vengono suonate come una terzina in crome; ovvero, tre ottavi suonati per la durata di un quarto, con legate le prime due note, più spesso con l’accento dato sul levare. Potrete dirmi, giustamente, che allora lo swing è praticato anche nel rock, nel pop, nel funk e anche nel blues; ed io vi dico un’altra cosa: lo sapevate che il genere di composizione ha avuto origine nella musica barocca? Andate a verificare, scoprirete che in un certo genere che si suonava “a corte”, soprattutto in Francia, era solitamente la melodia delle note in modo Non Uniforme (dette “notes inégales, appunto), che però erano scritte con la medesima durata. In questo si troverà elemento per notare come, se tradizionalmente il rapporto tra le durate è 1 : 1, nello swing si può variare questo rapporto tra 3 : 1 a 2 : 1, e tutto a seconda della qualità, ed anche della interpretazione a seconda di come si suona in crescente o decrescente la velocità dell’esecuzione.
Capirete bene, che volendo presentare musiche di un autore così importante, che ha vissuto poco (1898 – 1937), ma ha scritto tanto e molte famose opere, volendo fare le cose serie, come sempre avviene per l’Associazione Araba Fenice, non si poteva chiamare il suonatore di piano che si fa ascoltare in qualche piano-bar. Come a cantare certi pezzi, non potrebbe esser chiesto all’interprete che esegue le sue esibizioni a qualche festa di piazza. Infatti, un impegno così importante è stato chiesto a due personaggi molto ferrati, che hanno saputo eseguire, come meglio non si poteva, brani famosissimi.
Silvia Martinelli ed Andrea Trovato sono due musicisti, lei soprano e lui al pianoforte, che hanno tanto studiato per arrivare ad un altissimo livello internazionale; certo saprete che sono molto lungo nelle esposizioni, e che per questo cerco d’evitare elencazioni superflue che distolghierebbero dall’attenzione, se dovesse capitare; per questo non mi metto ad elencare i traguardi ambitissimi che i due interpreti hanno conseguito in tutto il Mondo. Potrò, altrimenti, riferirvi di quanto ho sentito, ed è stato bellissimo, dato benissimo.
Sono stati alternati pezzi musicali, per introduzione alla 1° e 2° parte, a musiche cantate, che hanno trascinato l’entusiasmo e la passione di tutto il pubblico presente. Immancabile il pezzo Rhapsody in Blu, di cui lunga è stata la presentazione offerta nella Guida all’Ascolto compilata dall’Associazione; ma sono state “anema e core” anche tutte le altre composizioni, compresa Jazzbo Brown Blues, dedicata all’iniziatore del genere che è dilagato così enormemente, oltre a diversi Preludes e testi conosciutissimi, tipo Summertime. Riuscitissimi anche i 2 bis, che sono stati richiesti ed acclamati ardentemente; il primo era un gentile e simpatico riferimento al compositore Richard Strauss, al quale era stato dedicato; il secondo era Moon River, che tutti hanno riconosciuto, tranne me che non ho avuto lucidità per capire quale pezzo veniva eseguito.
La musica composta da Gershwin è legata a come viene suonata e cantata, perché l’interpretazione dà un senso al Brano. Silvia ed Andrea, che ripeto hanno un’esperienza ferratissima al più alto livello Operistico e Sinfonici nel Mondo, sono stati bravissimi, riuscendo a porgere all’Audio composizioni eseguite con perfezione tecnica, esatta sincronia, entusiasmo esecutivo, simpatia.
Presentare un autore, che pur nato nell”800, si può considerare del ‘900, non è facile; anzi, bisogna avere una preparazione ed uno spirito veramente musicale; Gershwin è il compositore più famoso del ‘900 e Silvia ed Andrea lo hanno portato nelle sale del Gazzoli a Terni, proponendo l’attualità della Musica come esaltazione dell’Umanità.
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