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FRANCO MOLE’, uomo di teatro e occasione per parlare di cambiamento

franco mole premiodi Francesco Angellotti (AG.RF 24.10.2015) ore 15:21

(riverflash) – Presso il PalaSì di Terni, a piazza della Repubblica, c’era un convegno per presentare la personalità del grande Uomo di Teatro che è stato Franco Molè, esponente del nuovo teatro della scuola romana accanto a Carmelo Bene, Giancarlo Sepe e altri e fondatore del teatro e della Compagnia Alla Ringhiera, regista e attore ne ”Il gelo nelle ossa” (1964), regista del ”Concerto grosso per Brugh” (1966) e del film del 1988 ”La stanza delle parole”,” Alleluja brava gente” (1970) per la regia di Garinei e Giovannini e molto altro ancora. All’arrivo siamo rimasti sconcertati, perché stavano preparando una mostra di quadri dalla tematica astrattista; come espressione artistica va bene, è molto importante ed ha un significato storico-culturale rilevante; tanto più che l’espressione pittorica può trarre attinenza con quella teatrale. Però sono due forme completamente diverse, e cosa c’entra Franco Molè con un genere sorto non lontano dalla sua espressione teatrale, egualmente rivoluzionaria, ma attraverso il quale mai si è espresso?

   Che sciocchi, la mostra pittorica inaugura oggi, il convegno avrà svolgimento al piano inferiore.

   Ci siamo trovati in un ambiente completamente rifatto e ristrutturato, ma strano nella disposizione delle mura divisorie, che lo rendevano  quasi mistico. Infatti (ci siamo informati) ci trovavamo in un antico chiostro, che per mancanza di manutenzione, nel 1918 (post bellum) è stato dichiarato pericoloso e chiuso. E’ iniziata la competizione tra le forze ecclesiastiche, che volevano i soldi per la ristrutturazione, e il Comune, che non intendeva devolvere i suoi beni a favore d’opere di cui non avrebbe beneficiato. La lunga contesa si è risolta dopo moltissimi anni, è stata data una modesta cifra per il lascito, il palazzo è stato ristrutturato benissimo ed ora, l’Azienda PalaSì la utilizza per svolgere diverse opere, con diverse finalità. Encomiabile, come abbiamo detto sopra, che vengano rappresentate varie forme di Arte, la cui espressione è effettuata nell’ottica della Ricerca, con uno spirito culturale volto verso l’acquisizione.

   Quindi nel locale nato come Chiostro di un enorme complesso, si è svolta la conferenza che aveva come titolo l’Artista Franco Molè, ma il bagaglio trasmesso ha compreso tutta la cultura moderna e rivoluzionaria del ‘900, con un’analisi dettagliata e completa di 3 professori, molto preparati; i quali hanno detto d’aver riferito gli argomenti in maniera succinta, ma senz’altro in modo chiaro ed esplicativo.

   Il prof. Domenico Cialfi è stato dettagliato nella presentazione storica della letteratura, che si è espressa in maniera molto diversa da come era impostata dalla tradizione; ci rendiamo conto, però, che narrando le tematiche trattate, potrà sembrare al lettore che i professori abbiano parlato tutti della stessa cosa: invece No! In questo sono stati bravissimi, essendo riusciti a suddividere gli argomenti in modo che è risultato un quadro chiaro e completo. Per dirla secondo una citazione riportata da un professore, la testimonianza di un grande critico asseriva che una Grande Opera Teatrale acquistava valore se, leggendola, non si capiva; perché se no, allora, sarebbe stato sufficiente scrivere un componimento letterario, e poteva esser Grande lo stesso; ma l’Opera Teatrale si partecipa e si capisce in Teatro.

   E’ un principio giustissimo, sul quale però c’è molto da definire; direi, però, che descrivere il genere degli Argomenti a chi non era presente, non sarebbe molto delucidante; potrebbe sembrare che i tre Relatori hanno parlato della stessa cosa, mentre invece le tematiche sono state rifinite sia nell’evoluzione storica, che nei dettagli delle correnti e dei personaggi, che hanno effettivamente portato un cambiamento basilare all’espressione. Quindi possiamo dire solo che era preparatissimo il regista romano Ferdinando Ceriani, ed il professore Lorenzo Mango, che abita a Terni ma insegna nell’Università di Napoli: ove trovare culla più prolifica per la letteratura?

   Importantissimo è stato il contenuto, espressione di un cambiamento che a seconda delle fasi storiche ha avuto diverse espressioni: nel sociale, nei gruppi più ristretti di giovani con in mente l’esigenza di comunicare, tutto secondo il principio Rivoluzionario. Che non è, e non dev’essere, un’azione di forza ostentata con le armi, producendo solo Dominio del Vincitore, ma essenzialmente Rivoluzione nel comportamento, per modifica dei Contenuti e della situazione, da cui scaturiscano le Azioni e gli effetti che producono.

   Importantissima riunione di temi e di pensiero; che induce a pensare che è importante  saper quel che si fa, perché bisogna scegliere come farlo.

   Questo è il messaggio che ci trasmette la Storia che stiamo vivendo.

   Alla drammaturgia di Franco Molè sarà dedicata una performance teatrale domenica 25 ottobre al teatro Secci di Terni, ore 20.45, con ingresso libero, che rappresenterà la serata finale della IV edizione del Premio ”Franco Molè”.

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