AG.RF.(MP).23.11.2016
“riverflash” – Un altro caso di meningite di tipo C, si è verificato in Toscana, in un bimbo di 8 anni, vaccinato nel 2009 e ora ricoverato non in gravi condizioni, all’ospedale Mayer di Firenze, dove sono state attivate le cure del caso, mentre la Asl di competenza ha disposto la profilassi generale per la scuola elementare in cui il bambino frequenta la terza classe. E’ morta invece l’ex insegnante di 64 anni, ricoverata dal mese di ottobre per una meningite da pneumococco (non contagiosa). La donna è deceduta a causa di complicazione legate ad una vasculite cerebrale. Tutto ciò, mentre a Firenze è morta un’altra donna, una 45enne russa che lavorava come collaboratrice domestica e abitava nella zona delle Cure. Ora dunque è allarme in Toscana: la malattia si presenta come altamente contagiosa e molto diffusa, tanto che anche la campagna di vaccinazione avviata dalla Regione non sembra in grado di sconfiggerla. La donna era arrivata all’ospedale di Santa Maria Nuova in gravissime condizioni, priva di sensi. È sopravvissuta in ospedale per due ore, dalle 5 alle 7. I medici hanno avuto giusto il tempo di rendersi conto di quanto stava succedendo, tentare una terapia farmacologica e inviare i campioni dei prelievi al Meyer. Ora la Asl della Toscana Centro ha rivolto un appello, perché si sottopongano a profilassi antibiotica, su prescrizione medica, a tutti i frequentatori del locale ‘Winter Suite’ in lungarno Aldo Moro dove la donna era stata nella nottata fra il 12 ed il 13 novembre 2016. L’appello, vale solo per chi è stato nel locale quella sera. Tuttavia, ancora non si sa se, nel caso fiorentino, a colpire sia stato il sottotipo di meningococco C St11, quello che in Toscana nel 2015 e nel 2016 ha provocato 57 ricoveri, dei quali 26 quest’anno. Si ritiene molto probabile che sia così per via di una serie di sintomi riferiti dal compagno della donna russa, tra i quali un mal di pancia che di solito non si manifesta insieme alla meningite batterica. La certezza che l’agente responsabile sia lo stesso di quasi tutti gli altri casi registrati in Toscana in questi due anni, comunque, la potranno dare solo gli esami svolti dal laboratorio del Meyer diretto da Chiara Azzari, il centro di riferimento regionale per questo tipo di accertamenti. I risultati saranno a disposizione a breve. In ogni caso, tutti coloro che sono venuti a contatto con la donna, amici, conoscenti e familiari, oltre alle famiglie dove lavorava, anche il personale sanitario che l’ha seguita, e coloro che si trovavano a bordo dell’ambulanza, sono stati sollecitati ad iniziare una profilassi con antibiotici che eliminano eventuali meningococchi C presenti nella gola delle persone. Fino ad ora questo tipo di prevenzione ha sempre funzionato, e infatti in in Toscana non si vede un caso “secondario”, cioè di persona contagiata direttamente da un altro malato, da oltre 10 anni. L’ultima volta che la malattia è passata direttamente, e cioè non attraverso portatori sani, da una persona all’altra è avvenuto all’interno di una discoteca. La Regione ormai da diversi mesi ha chiesto agli uffici di igiene di fare una profilassi “allargata”, coinvolgendo il maggior numero di persone possibili anche per eliminare eventuali portatori sani del meningococco C. Con quest’ultimo caso mortale, a Firenze, le richieste di vaccino anti meningococco sono raddoppiate. L’assessore alla Sanità della Toscana, ha di nuovo invitato i cittadini a contattare le aziende sanitarie: «Ricordo che la Regione ha prolungato la campagna straordinaria di vaccinazione contro il meningococco C fino al 31 marzo 2017”. E la raccomandazione vale per tutti, visto che ad ammalarsi sono anche gli adulti. I morti sono stati 12, 6 nel 2015 e 6 quest’anno per meningococco C. La vaccinazione al momento resta l’unico modo per evitare la malattia, anche se non è sempre efficace: 11 dei 57 casi toscani avevano infatti preso il medicinale che dovrebbe prevenire la meningite C, anche se in due casi l’iniezione è stata fatta pochissimi giorni prima del manifestarsi della malattia e quindi la risposta immunitaria non era certo pronta. I sintomi della meningite sono febbre alta e forti dolori, in particolare alla testa ma anche, nel caso del sottotipo St11, all’addome. Inoltre, quando l’infezione si fa strada, sul corpo compaiono delle macchioline. Intervenire in tempo con una massiccia cura di antibiotici può fare la differenza, sia in fatto di sopravvivenza che di danni.
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